Non serve essere dei geni del mercato per capire che se un fenomento in borsa viene recepito da tutti, l’ultimo che compra e’ il piu’ fesso. E l’ultimo rialzista rimasto e’ quello che e’ stato troppo lento nel capire la situazione. Quelli piu’ scaltri hanno gia’ comprato da un pezzo e ora stanno vendendo proprio a quelli che salgono sul treno all’ultima fermata.
Ecco come si spiega il pesante sell-off subito dalle commodity negli ultimi due giorni e che non ha risparmiato nessuna materia prima, avendo coinvolto rame, petrolio e persino le derrate alimentari come il cacao.
Le notizie di una crescita in ripresa e di scorte scarseggianti in vista – a causa delle apocalittiche inondazioni in Australia – dovrebbero sostenere un rincaro delle commodity. Invece perdono quota. E anche di molto.
Il prezzo del greggio Usa e’ sceso dai 92 dollari al barile di lunedi’, agli 89 di martedi’, mentre quello del rame ha bruciato il 2,7%, scivolando da un picco record. Anche farina e mais sono in calo di oltre un punto percentuale, ma nel contesto dei rialzi visti nel 2010 c’e’ chi potrebbe anche pensare che un ritracciamento naturale era da mettere in conto.
Non e’ cosi’. Alcuni dei rialzisti piu’ convinti sul mercato delle commodity parlavano da tempo di correzione. Lo strategist Woody Dorsey, toro di lunga fama, ha avvertito cosi’ i suoi clienti qualche giorno fa: “Il maggiore rally nella storia non e’ ancora finito, ma sicuramente ha bisogno di prendersi una pausa”.
Al documento segue un allegato in cui vengono riprodotti grafici del comportamento delle materie prime dal 2002 a oggi. Per Dorsey da qui alla prossima primavera ci saranno molti momenti di delusione e rammarico per i long. E a dirlo sono i grafici.