(Teleborsa) – I Governatori delle Regioni si oppongono manifestamente contro il Governo Centrale. L’oggetto del contendere è il contenuto della manovra finanziaria, il DPEF da portare alle camere per l’approvazione subito dopo l’estate e che, a detta dei Governatori, a causa dei tagli, non copre in modo adeguato le esigenze finanziarie delle Regioni. Non c’è colore o schieramento politico che tenga. I soldi sono soldi e le promesse vanno mantenute. Così Formigoni, governatore lombardo, solleva l’improrogabile necessità di un incontro con il premier Berlusconi. Il governo ha dato la sua disponibilità ad incontrare gli Amministratori delle Regioni, ma se questo deve significare un implicito obbligo a rivedere i contenuti di un documento finanziario la cui impalcatura è gia stata delineata, si rischia di protrarre “sine die” l’apporto di 25 mld di Euro, a tanto ammonta la manovra peraltro concordata anche in sede europea e invischiare l’economia in una situazione potenzialmente critica. L’argomento centrale della discussione sono gli sprechi, che tutti i livelli amministrativi delle Stato si rimandano scaricando responsabilità di ogni tipo. Le Regioni che invitano lo Stato a risparmiare sui costi di apparato e lo Stato che invita le Regioni a fare altrettanto. Senza dimenticare tutti gli altri soggetti della filiera amministrativa e cioè Province e Comuni, che probabilmente si stanno trattenendo dall’avanzare analoghe richieste. Magari pensando alla bomba derivati che accomuna tutta l’amministrazione decentrata, dalle Regioni ai più remoti Comuni e che sta per venire al pettine, obbligando gli amministratori a tutti i livelli a sedersi a tavola. Per mangiare.