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M5S, Di Maio: “troppi autogol, abbiamo annoiato cittadini”

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ROMA (WSI) – Clima sempre più arroventato in casa Movimento 5 Stelle, tra accuse, mea culpa, riflessioni, attacchi. L’ultimo esame di coscienza arriva da Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera di M5S e noto per essere tra i sostenitori più fedeli di Beppe Grillo.

“Sono 3-4 settimane che, per ingenuità o volutamente, facciamo troppi autogol, alimentando un dibattito che esiste solo all’esterno, sui giornali, e non dentro i gruppi”, dice in una intervista ad Avvenire. Un esame di coscienza che però non mette assolutamente in discussione l’autorità di Grillo. Questo, mentre il fondatore di M5S dà il via alle ‘rete’ sull’espulsione della senatrice Adele Gambaro.

“L’espulsione della Gambaro va ora ratificata dagli iscritti al portale al 31 dicembre 2012 con documento digitalizzato. Gli utenti abilitati possono votare qui durante la giornata di oggi 19 giugno 2013 dalle 11 alle 17“, si legge nel suo blog.

Nell’intervista, Di Maio spiega il suo punto di vista: “Abbiamo annoiato i cittadini, che da noi si aspettano ben altro. Perciò adesso si cambia registro. Parleremo solo delle cose che facciamo”.

“Il Movimento – afferma – è un`alchimia tra Beppe, il garante e megafono del progetto, e noi ‘boy scout’ che lavoriamo da matti per cambiare il Paese. Se Grillo mollasse, M5S non sarebbe più lo stesso, diventerebbe un`altra cosa del tutto diversa. Io non immagino il Movimento senza Beppe. Ma voglio tranquillizzarvi: lui è più motivato che mai ad andare avanti”.

Ancora: “Grillo non esercita ingerenze sui gruppi. Io l`ho sentito due volte e l`ho visto personalmente altre due. Stop. Non ci chiama, non ci manda direttive. Nulla di nulla”.

Detto questo, sul caso Gambaro, “in 42 che hanno votato contro la procedura d`espulsione di Gambaro, non sono tutti dissidenti. Più della metà sono più ‘fondamentalisti’ di me, ma hanno fatto prevalere ragioni di affetto umano, o hanno valutato che mandarla via fosse un autogol mediatico. L`altra metà, invece, persegue un progetto diverso. Non so quale progetto sia e non mi interessa, ma di certo non vogliono bene al Movimento, fanno di tutto per offuscare le cose che stiamo facendo in Parlamento”.

Con queste parole Di Maio riconosce per la prima volta la presenza di dissidenti all’interno del Movimento. Una vera e propria area, costituita da una ventina di persone che “agiscono sempre nello stesso modo”.

“C`è un accordo di convivenza ­- spiega -: le esternazioni pubbliche sono possibili solo su cose di cui si è discusso in assemblea. Questo gruppetto – continua – parla sempre e solo fuori. E tutto ciò che facciamo si sbriciola: mozioni, emendamenti, proposte. Gambaro fa parte di questa strategia. Ha rilasciato l`intervista proprio mentre stavamo mettendo in difficoltà la maggioranza in Aula. Se fossi un cittadino la caccerei, ha fatto molto male al Movimento”.