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Lusi e’ gia’ in galera

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Roma – Luigi Lusi è ufficialmente un detenuto del carcere di Rebibbia. Dopo una breve attesa nell’anticamera del penitenziario romano il parlamentare è stato raggiunto dai militari della Guardia di finanza che gli hanno notificato l’ordine di esecuzione del provvedimento emesso il 3 maggio scorso e a cui oggi l’assemblea di Palazzo Madama ha dato il via libera. I difensori di Lusi, gli avocati Luca Petrucci e Renato Arcidiacono, dopo lo svolgimento delle formalità di rito hanno lasciato Rebibbia. Secondo quanto si è appreso il senatore fin da stamane aveva preparato una borsa con degli effetti personali in previsione del fatto che poteva non far ritorno a casa per la notte.

Quando mi sono presentato “spontaneamente” di fronte ai pm “mi sono immediatamente assunto tutte le mie responsabilità alle quali non intendo sottrarmi”. Lo ha detto il senatore Luigi Lusi iniziando in Aula al Senato il suo intervento nell’ambito dell’esame della richiesta di autorizzazione al suo arresto.

Lusi ha chiesto di “accedere alle garanzie di un giusto processo, senza misure punitive e processo esecutorio che possano alimentare l’ondata dell’anti politica”. Il dibattito sulla carcerazione dell’ex tesoriere della Margherita è iniziato alle 16.30. Al termine, ci sarà il voto. Il senatore ha definito ‘vessatoria’ la domanda di custodia cautelare.

PDL HA DECISO LASCERA’ AULA, NON PARTECIPA A VOTO – Il PdL uscirà dall’Aula quando si dovrà votare sull’arresto del senatore Luigi Lusi. E’ questa la linea emersa nel corso della riunione gruppo del PdL al Senato. “Non dobbiamo dare alcuna sponda alla sinistra, non ci devono essere strumentalizzazioni su questo voto”, dice Angelo Cicolani che conferma: “usciremo dall’Aula”.

LUSI, SONO SANAMENTE PREOCCUPATO – “Sto aspettando con apprensione il voto”. Così il senatore Luigi Lusi risponde al cronista che gli chiede come sta vivendo le ore precedenti al voto del Senato sull’autorizzazione al suo arresto. “Ora – aggiunge – sono concentrato sull’intervento che devo fare in Aula”.

“Sono sanamente preoccupato. Voi come stareste?”, dice poi il senatore entrando a Palazzo Madama per il voto nei suoi confronti. “Farò quello che ha deciso il Senato”, prosegue l’ex tesoriere della Margherita. E a chi gli chiede se chiederà il patteggiamento Lusi risponde con fermezza: “L’ho già detto. Voglio un dibattito a tutto tondo”.

LUSI, SOLIDARIETA’ DA TANTI MA NON FACCIO NOMI – Solidarietà? “Ne ho ricevuta più di quanto possiate immaginare. Da chi? I nomi non li faccio, li metteri alla gogna”. Così il senatore Luigi Lusi risponde ai cronisti mentre entra al Senato, dove si vota sulla richiesta di arresto nei suoi confronti.

TEDESCO, FIRMATO PER VOTO SEGRETO, SENATO NON LIBERO – “Ho firmato per il voto segreto, la mia era la terza firma, non so se ce ne siano venti, molto dipende dalla riunione del Pdl”. Lo afferma il senatore Alberto Tedesco. “Sono convinto – ha evidenziato – che bisogna assolutamente favorire il voto segreto perché il Senato non è libero di esprimersi”. E a chi gli chiede se si riferisca all’umore dei cittadini evidenzia: “Non mi riferisco ai ‘forconi’ di fuori, sono quelli di qui dentro che temo”.

FINOCCHIARO, ULTIMO APPELLO ‘VOTO SIA PALESE’ – I vertici del gruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro e Luigi Zanda rivolgono un “ultimo e accorato appello” alle altre forze politiche affinché sul caso dell’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, ci sia il voto palese. “Ogni parlamentare – osserva Finocchiaro – si deve assumere la responsabilità di ciò che fa. Chiedere il voto segreto significa gettare un’ulteriore ombra sulla politica da parte dell’opinione pubblica”.

BONINO, NON C’E’ FUMUS VOTO SI’ ARRESTO – “Mi pare davvero che non ci sia fumus persecutionis, quindi voterò a favore della richiesta dell’arresto”. Così la vicepresidente del Senato Emma Bonino, ospite di “24 Mattino” su Radio 24. “Il tema della carcerazione preventiva é un vero cancro del Paese, andrebbe modificato, ma con il caso Lusi non c’entra” aggiunge Bonino, che critica poi l’ipotesi che 20 senatori chiedano il voto segreto: “Credo sia sconveniente. E’ bene che i rappresentanti del popolo si assumano in modo limpido le proprie responsabilità. Politicamente sarebbe molto discutibile. Il punto è se si troveranno questi 20 senatori”.

DI COSA E’ ACCUSATO – L’inchiesta che riguarda Lusi è stata resa pubblica alla fine di gennaio 2012, quando Lusi è stato iscritto nel registro degli indagati dopo due mesi di indagini della procura di Roma e della Guardia di Finanza. Il Tesoriere ha subito assunto le sue responsabilita’ e riferito di aver restituito al partito quanto accantonato e taciuto solo discretamente sui dettagli delle questioni interne.

Nel novembre 2011, la Banca d’Italia segnalò che dal conto corrente bancario intestato al partito della Margherita c’erano stati grandi movimenti di denaro in uscita, con destinazione sospetta. Si trattava di decine di bonifici, dal 2008 al 2011, con beneficiaria una società di nome T.T.T. Srl, “riconducibile a Luigi Lusi” secondo le indagini successive. La causale erano generiche “consulenze” e il totale erano circa 13 milioni di euro.

All’inizio di maggio la procura di Roma ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari una richiesta di arresto e di custodia in carcere per Lusi, in base al fatto che esiste il pericolo dell’inquinamento delle prove: lo stesso giorno, il 3 maggio, la Guardia di Finanza ha messo agli arresti domiciliari la moglie di Luigi Lusi, Giovanna Petricone, e due commercialisti. Insieme a queste persone e ad altri due indagati, amministratori delle società TTT e Paradiso Immobiliare, Lusi è accusato di associazione a delinquere.