(9Colonne) – Milano, 23 mag – Dal rapporto “Studio della domanda e dei bisogni dei servizi a supporto dell’innovazione” della Camera di commercio di Milano realizzato con la collaborazione del Politecnico. Risulta che il 4% delle imprese lombarde è innovatrice, più di una su quattro è un’aspirante innovatrice e sette su dieci sono inerti, cioè non pongono l’innovazione al centro della loro strategia limitandosi a reagire ai cambiamenti del contesto in cui operano. Si tratta – tra innovatrici e aspiranti dei settori innovativi – di circa 100 mila imprese. E se le imprese che già innovano ritengono che avrebbero potuto fare di più (55%), oltre la metà delle aspiranti e il 79% delle inerti pensa che non avrebbe potuto agire diversamente. I motivi della rinuncia alle innovazioni? Per tutte le imprese soprattutto la mancanza di risorse finanziarie, poi la mancanza di risorse umane adeguate e di un vantaggio competitivo rilevante e quindi il timore dei rischi connessi. Le innovatrici sono più diffuse tra le imprese attive da almeno quarant’anni, di grandi dimensioni, che lavorano con l’estero e nei settori dell’ICT, del design e delle biotecnologie agroalimentari. Si tutelano depositando brevetti e hanno rapporti costanti con università e centri di ricerca. Reinvestono in innovazione e ricorrono spesso ai finanziamenti pubblici per richiedere i quali si rivolgono ad enti istituzionali come Camere di commercio e associazioni di categoria. Le imprese inerti si trovano soprattutto tra le imprese di servizi, molte nell’editoria, il settore meccanico, le costruzioni e la moda. Sono imprese giovani, nate da meno di 30anni, e di piccole dimensioni, lavorano soprattutto in Italia.
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