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Lo strano caso: la “balena di Londra” con una posizione enorme in Cds

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Roma – Un trader di JPMorgan a Londra ha una posizione in Credit Default Swap (CDS) talmente ingente da condizionare l’intero mercato di questo tipo di derivati. La questione ha riaccesso il dibattito sul proprietary trading delle banche.

Lo ha riportato per primo Bloomberg settimana scorsa e poi la notizia e’ stata ripresa dal Wall Street Journal . Il trader e’ Bruno Michel Iksil, guadagnatosi nell’ambiente l’appellativo di “balena di Londra”. In questo modo solitamente vengono chiamati i ricchi idioti che sperperano milioni ai casino’. Alcuni lo chiamano anche Voldermort, il potente e temibile antagonista di Harry Potter.

Iksil ha venduto protezione su un paniere di obbligazioni societarie, assicurando quindi altri investitori contro il fallimento delle imprese emittenti. Diversi operatori del mercato, in particolare quelli che si trovano dalla parte opposta del trade di Iksil, hanno segnalato un’inusuale volatilita’ dei prezzi nel mercato dei CDS causata secondo loro proprio dal trader di JPMorgan. Bloomberg riporta che stime della banca quantificano il valore della posizione in decine di miliardi di dollari, ma alcuni operatori credono che la posizione possa raggiungere i $100 miliardi.

La questione e’ arrivata perfino al tavolo di Jamie Dimon, amministratore delegato della banca, che pero’ assicura che il trade non causera’ una perdita. Iksil lavora in un’unita’ della banca la cui funzione e’ investire la liquidita’ in eccesso e occuparsi della copertura dei rischi. Non si tratterebbe quindi di una scommessa a senso unico ma di un hedging di un rischio strategico della banca.

Nonostante le rassicurazioni il caso e’ esploso nel weekend. Diversi esponenti politici, tra cui il senatore Jeff Merkley, hanno espresso forti perplessita’ sulla transazione di Iksil e hanno ribadito la necessita’ di adottare immediatamente la Volcker rule, che limita l’assunzione di rischio da parte delle banche. La Volcker rule, la cui attuazione e’ prevista a luglio, ha lo scopo di impedire alle banche americane di avventurarsi in investimenti speculativi che non beneficino i propri clienti. Puo’ quindi essere vista come un divieto di proprietary trading alle banche commerciali. Il fatto che il trade sotto scrutinio sia stato effettuato da una banca americana a Londra ha dato man forte a chi vuole che le restrizioni sull’adozione del rischio vengano implementate anche fuori dagli Stati Uniti.