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LIQUIDITA’: CASA BIANCA, BCE E FED IN ALLERTA

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(WSI) – In area Euro oggi è attesa la produzione industriale di novembre che, considerati i dati tedeschi e francesi, potrebbe registrare un rallentamento. In settimana è atteso l’indice Zew tedesco ed il bollettino mensile della Bce. Negli Usa attesa una settimana densa di dati macro tra cui le vendite al dettaglio e l’inflazione di dicembre, oltre a diversi dati trimestrali di bilancio tra cui quelli del comparto bancario. Inoltre molto atteso anche il discorso di Bernanke del prossimo giovedì davanti ad una commissione del congresso.

Tassi di Interesse: in area Euro la settimana si è conclusa con tassi di mercato pressoché stabili, ad eccezione del tratto a breve termine che ha registrato un calo. Il differenziale 2-10 anni si è così allargato portandosi in prossimità dei 36 pb. Sul monetario continuano a scendere i tassi.

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L’Euribor a tre mesi è stato fissato a 4,57%, raggiungendo i livelli di novembre 2007. La Bce oggi effettuerà l’asta da 10 Mld$ in un intervento coordinato con la Fed. In settimana non sono attesi dati di rilievo con gli operatori che guarderanno soprattutto il mercato statunitense. Sul decennale la resistenza si colloca a 4,15% ed il supporto a 4,02%. Negli Usa continua ad ampliarsi il differenziale tra 2 e 10 anni, grazie al calo del comparto biennale che ha raggiunto il supporto importante del 2,5%.

Stabile invece il decennale sul supporto del 3,75%. Le ultime indicazioni macro hanno evidenziato un allargamento del deficit commerciale reale di novembre, il rende più verosimile l’ipotesi che il Pil del quarto trimestre si collochi nel range 1-1,5%. Inoltre, i prezzi relativi alle importazioni di dicembre hanno continuato a registrare un sensibile incremento, alimentati ancora una volta dal rialzo dal fronte cinese. I diversi discorsi di membri della Fed successivi a quello di Bernanke di giovedì, hanno confermato la completa apertura all’ipotesi di un taglio dei tassi che, a questo punto, dovrebbe essere piuttosto certo nell’ordine di 50pb. Si delinea in modo sempre più preciso il possibile contenuto del discorso sullo stato dell’unione di Bush di fine mese, che potrebbe contenere il riferimento ad un piano di supporto alla crescita tra i 75 ed i 100Mld$.

Sul fronte azionario segnaliamo il forte calo di American Express (-10%), terzo operatore Usa nel settore delle carte di credito che lo scorso venerdì ha segnato i minimi da circa tre anni a questa parte. L’estensione della crisi al credito al consumo rappresenta il principale fattore di rischio per il 2008, progressivamente sempre più concreto. In settimana l’attenzione sarà ricolta soprattutto sulle trimestrali di Citigroup e Merrill Lynch che potrebbero annunciare forti svalutazioni (tra 10 e 20 Mld$ ciascuna) e contemporaneamente anche forti ricapitalizzazioni da parte di fondi sovrani. Nel breve termine, risulta ancora confermato il supporto a quota 3,75% sul decennale.

Valute: Dollaro in deprezzamento verso Euro, in modo più marcato questa mattina con avvicinamento a quota 1,49. Il differenziale di tassi e di crescita dovrebbero ancora rappresentare il mover di rilievo per le prossime giornate. Inoltre, se si tiene in considerazione il fatto che anche gli speculatori stanno ricominciando ad aumentare le posizioni nette lunghe di Euro, ne risulta un quadro favorevole all’Euro. Pertanto viene confermata la possibilità nel trimestre di testare nuovi record fino alla soglia di 1,55. In apprezzamento invece lo Yen vs. l’Euro. In questo caso vale sempre la correlazione inversa con i mercati azionari. Il forte calo dei listini asiatici ha coinciso con la chiusura parziale di carry trade ed il conseguente rafforzamento della valuta nipponica. Supporto rilevante sempre in area 160.


Materie Prime: in calo il prezzo del greggio WTI a 93$/b. In rialzo gli agricoli dopo l’uscita del report dell’USDA in cui si evidenzia che la produzione non riesce a tenere il passo con l’aumento globale di domanda sia per la componente alimentare che per il biofuel. Inoltre è stato rilevato un calo nelle scorte. Nuovo record dell’oro a 900,10$/oncia sulla speculazione che la Fed procederà ad un taglio dei tassi indebolendo il dollaro e spingendo al rialzo il metallo. In rialzo anche l’argento con un nuovo massimo dal 1981.

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