(9Colonne) – Bruxelles, 26 set – “Sono aumentati i giovani europei che studiano le lingue straniere, e che iniziano a farlo molto prima dei loro genitori. Negli ultimi tre anni, le politiche nazionali in campo linguistico si sono fatte più coerenti, c’è un consenso diffuso sulle questioni fondamentali, come l’importanza cruciale delle competenze linguistiche in una prospettiva di apprendimento permanente e la necessità di insegnare due lingue straniere fin dalla fase dell’istruzione formale”. Il Commissario responsabile per il Multilinguismo dell’Unione europea, Leonard Orban, in occasione della Giornata europea delle lingue, ha fatto il punto sulla conoscenza delle lingue nel Vecchio Continente e ha fornito numerosi esempi di buone pratiche. Per esempio Belgio, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Germania, Lituania, Romania, Slovenia e Spagna hanno introdotto formule di istruzione bilingue, con l’insegnamento di una materia in una lingua diversa. Austria, Francia, Germania, Grecia, Italia, Slovenia, Slovacchia, Finlandia, Norvegia e Svezia incoraggiano l’insegnamento delle lingue dei vicini, a volte mediante classi bilingui. Per stimolare l’apprendimento delle lingue in età adulta, alcuni paesi, come il Belgio e la Repubblica Ceca, hanno inoltre introdotto un sistema di voucher cofinanziato dallo Stato, dai datori di lavoro e dagli utilizzatori. L’Estonia, la Polonia e altri paesi dell’Europa orientale hanno proceduto alla riqualificazione degli insegnanti, in particolare dal russo all’inglese. La Romania poi ha introdotto una formazione a distanza di livello post-laurea in francese e inglese per gli insegnanti nelle aree rurali.