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Libia: Consiglio nazionale ribelli, ipotesi impunita’ se Gheddafi lascia

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ROMA – Nonostante la smentita della tv di stato gli insorti ribadiscono: dal colonnello Gheddafi è venuta un’offerta di trattativa. Dal loro punto di vista un negoziato non è in discussione ma se il rais lascia, afferma il consiglio nazionale da Bengasi, potrebbe avere in cambio l’impunità.

Ma sul campo la situazione per ora non cambia e anche questa mattina l’aviazione di Gheddafi è tornata a colpire l’hub petrolifero di Ras Lanuf. Il Consiglio nazionale di Bengasi ha fatto sapere che potrebbe rinunciare a perseguire il leader libico Muammar Gheddafi per i crimini commessi, se il colonnello decidesse di lasciare la guida del Paese.

Lo riferisce la televisione araba al Jazeera, che riporta anche il rifiuto dei rivoltosi di Bengasi alla proposta di Gheddafi di avviare un negoziato sulla sua uscita di scena. “Confermo il fatto che abbiamo avuto contatti con un rappresentante di Gheddafi per trattare l’uscita di scena di Gheddafi – ha detto un portavoce del Consiglio, Mustafa Gheriani – abbiamo respinto l’offerta. Non tratteremo con chi ha sparso il sangue libico e continua a farlo. Perchè dovremmo credergli?”.

Bersagliati dall’aviazione i ribelli hanno anche il timore di rimanere senza combustibile nel giro di una settimana, a causa della cessazione delle attività nelle raffinerie della regione. Un ufficiale dello stesso governo, Tarek Bu Zaqiya, ha ammesso che ci sono scorte solo per una settimana, precisando che “c’è un piano per far fronte al problema”, senza però volerne precisare i dettagli.

Secondo Gulf News, alcune fonti del governo di Bengasi hanno ipotizzato l’invio in Libia di combustibile dall’Italia. Sul fronte diplomatico, intanto, Francia e Gran Bretagna hanno premuto sull’acceleratore per preparare una bozza di risoluzione da presentare “entro breve tempo” in Consiglio di Sicurezza, con l’obiettivo di creare una no-fly zone sul paese Nordafricano.

“La Nato sta considerando diverse opzioni, compresa la possibilità di operazioni militari” in Libia, ha confermato il presidente americano Barack Obama, che deve far fronte però alle resistenze della Russia. Dopo la Lega Araba, questa mattina anche l’Organizzazione della conferenza islamica ha dato il suo assenso alla imposizione di una no fly zone. Sul terreno, la giornata di ieri non aveva fatto registrare svolte: le forze ribelli hanno perso il controllo di Ben Jawad ma resistono a Misurata e Zawiyah, nonostante i rinnovati attacchi delle truppe governative; Ras Lanuf è stata colpita da un raid aereo che avrebbe causato diverse vittime civili.