Economia

LEGGE ELETTORALE, DOMANI IL “BIG BANG” REFERENDARIO

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

(9Colonne) – Roma, 23 apr – Sono pronti a raccogliere le 500 mila firme necessarie a indire un referendum elettorale che trasferisca il premio di maggioranza, per Camera e Senato, dalle coalizioni alle liste e che abroghi lo “scandalo”, come lo definiscono, delle candidature multiple. Scatterà domattina alle 11 il “big bang referendario” organizzato dal Comitato promotore dei referendum elettorali in occasione dell’apertura ufficiale della raccolta firme. Il presidente del comitato, il costituzionalista Giovanni Guzzetta, e il coordinatore, Mario Segni, saranno tra i primi a firmare nel centro di Roma. A largo Goldoni, alle 11, ci sarà una vera e propria sfilata bipartisan di deputati – Willer Bordon e Marco Filippeschi (Ulivo), Stefania Prestigiacomo (An), Daniele Capezzone e Slavatore Buglio (Rosa nel Pugno) – di rappresentanti della società civile e dell’associazionismo, tra cui Chicco Testa, presidente di Roma Metropolitane, Renata Polverini, segretario generale dell’Ugl, e Valeria Ajovalasit, presidente di Arcidonne. Ai banchetti della raccolta firme potrebbero vedersi anche i ministri per lo Sport e le Politiche Giovanili, Giovanna Melandri, e della Difesa, Arturo Parisi, tra i “big” del comitato pro-referendum. Contemporaneamente, in altre città d’Italia, si ripeterà lo stesso rito con diversi frontmen che si avvicenderanno per tutta la giornata: il senatore di An Filippo Berselli e il politologo Angelo Panebianco saranno a Bologna, mentre i sindaci di Torino, Sergio Chiamparino, di Venezia, Massimo Cacciari, di Genova Giuseppe Pericu e di centri più piccoli, da Trento a Siracusa, saranno i “testimonial” dell’operazione nelle loro rispettive città. Il presidente del Consiglio Romano Prodi, dieci giorni fa, al termine delle consultazioni con le forze politiche dei due schieramenti, aveva chiesto di rinviare la raccolta delle firme per non mettere “in fibrillazione” i partiti, al lavoro per un’intesa parlamentare capace di accogliere anche i suggerimenti dei referendari. Il Comitato aveva risposto sottolineando che “il referendum non è un fine, ma è l’unico mezzo costituzionale nelle mani dei cittadini” e che “il fine è la salvezza del Paese”.