Società

Lega ladrona, Bossi si è dimesso da segretario. Finito il berlusconismo, addio Padania

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news
Il contenuto di questo articolo – pubblicato da Il Fatto Quotidiano – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(aggiornato)

Roma – “Io avvisai Bossi delle irregolarità di Belsito”. E’ la frase pronunciata dalla segretaria del leader della Lega Nord, Daniela Cantamessa, durante l’interrogatorio di mercoledì scorso, condotto a Milano dai magistrati di Napoli Henry John Woodcock e Francesco Curcio.

Dalla testimonianza della Cantamessa sia da quella dirigente dell’ufficio amministrativo del partito – e responsabile dell’ufficio gadget – Nadia Dagrada si concentrano in particolare, oltre che sulle spese dei familiari del Senatur, sulle anomalie di bilancio, sul ruolo della vicepresidente del Senato Rosy Mauro (“Non si staccava mai da Bossi”, ” del rischio che l’ex ministro Roberto Castelli mettesse gli occhi sui bilanci del Carroccio.

“Soldi in nero al partito”. Da una parte la Dagrada ha confermato quanto già era emerso dalle telefonate intercettate: “Se sono entrati nelle casse della Lega Nord soldi in contante ‘in nero’? Sì – ha risposto ai pm – Mi ricordo che, alcuni anni fa, l’ex amministratore della Lega Nord, Balocchi, portò in cassa 20 milioni di lire in contante dopo essersi recato nell’ufficio di Bossi”. Maurizio Balocchi, morto nel febbraio 2010, è stato tesoriere del Carroccio prima di Belsito. Nell’interrogatorio con i magistrati di Napoli e Milano la segretaria ha chiarito peraltro di aver saputo dallo stesso Belsito della registrazione di un suo un colloquio con Bossi nel quale gli aveva “ricordato” tutte le spese sostenute nell’interesse personale della famiglia del Senatùr con i soldi del finanziamento pubblico. “Non so – ha precisato Dagrada – se Belsito abbia effettuato tale registrazione. Mi disse di voler utilizzare tale registrazione come strumento di pressione dal momento che volevano farlo fuori”.

“Con la malattia l’inizio della fine”. Dagrada rivela che in definitiva la situazione è precipitata “dopo la malattia del segretario federale Umberto Bossi”. Quindi dall’ictus del 2004, anche se per la segretaria le avvisaglie sono arrivate l’anno prima. “Dopo il 2003 – ha spiegato – c’è stato ‘l’inizio della fine’: si è cominciato con il primo errore, consistito nel fare un contratto di consulenza a Bruxelles a Riccardo Bossi, se non ricordo male da parte dell’onorevole Speroni. Dopodiché si sono cominciate a pagare, sempre con i soldi provenienti dal finanziamento pubblico, una serie di spese personali a vantaggio di Riccardo Bossi e degli altri familiari. In particolare, con i soldi della Lega venivano pagati i conti personali di Riccardo Bossi, per migliaia di euro, e degli altri familiari, come per esempio i conti dei medici sia per le cure dell’onorevole Bossi sia dei suoi figli. A tal riguardo mi risulta che Belsito paghi con i soldi della Lega tali conti”.

La guerra interna. Emerge tutta la guerra che Belsito ha intenzione di scatenare nei confronti dell’ex ministro Roberto Castelli dagli atti dell’inchiesta. Castelli, nominato a gennaio componente del comitato amministrativo che doveva revisionare i conti del Carroccio, chiede a Belsito il dettaglio dei bilanci e il tesoriere si lamenta del fatto che i Bossi non lo difendano. La rabbia di Belsito deriva da una serie di telefonate e atti formali che Castelli ha messo in piedi per entrare nel merito dei conti della Lega.

Daniela Cantamessa, sentita il giorno successivo dai magistrati, racconta cose molto simili, dando anche l’idea dell’atmosfera pesante creata dalla gestione della tesoreria da parte di Belsito: “Noi militanti eravamo amareggiati – racconta – per tutte quelle anomalie”, anzi: “Mi sentivo offesa da quella gestione”. Ma soprattutto, proprio per paura di questa amministrazione definita opaca, corse a riferire tutto a Bossi.

L’interrogatorio di Daniela Cantamessa (4 aprile)

Alla Cantamessa viene fatta ascoltare in particolare una telefonata intercettata l’8 febbraio 2012: al cellulare sono la stessa segretaria particolare del Senatur e Nadia Dagrada, dirigente dell’ufficio amministrativo. Nel corso della conversazione quest’ultima riferisce alla collega delle spese dei figli di Bossi, di Rosy Mauro e del fidanzato di quest’ultima. Ecco cosa risponde la Cantamessa ai pm.

“ERA EVIDENTE UNA SERIE DI ANOMALIE”

Questa conversazione con la Nadia Dagrada, braccio destro del Belsito dell’amministrazione della Lega – si inserisce in un contesto di grande amarezza di noi militanti dovuta al fatto che in specie con la gestione del Belsito ci risultava evidente una serie di anomalie anche segnalate dai mezzi di informazione. Premesso che io non mi occupavo in alcun modo delle questioni economiche relative al partito e a Bossi – a vostra domanda vi dico che non ho mai preso assegni o ritirato denaro per Bossi che noi chiamiamo il capo – tuttavia la stessa Dagrada, ma non solo lei anche se era la più attendibile vista la sua vicinanza al Belsito, mi confidava che era molto delusa dell’amministrazione “opaca” delle risorse finanziarie del partito. Io stessa vedevo che il Belsito aveva intrecciato un rapporto assai stretto con i familiari di Umberto Bossi.

“ROSY MAURO NON SI STACCAVA MAI DA BOSSI”

Nel cerchio dei familiari di Bossi bisogna inserire anche Rosy Mauro che di fatto dopo la malattia del capo si era “installata” in un abitazione attigua a quella di Bossi dal quale non si staccava praticamente mai. Secondo la Dagrada il Belsito finanziava i predetti soggetti con modalità non chiara e quindi ci chiedevamo se il Belsito messo alle strette da Castelli dallo stesso Bossi – che gli volevano contestare la vicenda della Tanzania e degli investimenti esteri – non si sarebbe difeso contestando a Rosy Mauro e allo stesso Bossi il fatto che a fronte di questi irregolari investimento all’estero di cui il partito non ne sapeva nulla lui poteva a sua volta contestare al partito tutte queste spese riferitemi dalla Dagrada. Fra queste indubbiamente rientra, per esempio la vicenda dell’Audi A6 acquistata per Renzo Bossi e sulla quale io stessa ho visto Renzo Bossi usarla. Più in generale, come ho anche detto ieri il Belsito affrontava spese personali dei familiari di Bossi con i soldi del partito e quindi nella conversazione ipotizzavamo che questa poteva essere un arma di ricatto del Belsito.

Vi chiarisco che quando dico “che se viene fuori il pieno ed andiamo tutti nella merda” mi riferivo al fatto che se usciva fuori sui mezzi di informazione o in altro modo tutta la gestione “opaca” del Belsito l’intero partito avrebbe fatto una brutta figura. La frase “lui non ha paura che lui parli” è trascritta male. Ascoltando la conversazione io dico invece lei – riferito a Rosy Mauro riferito al Belsito parli. Dico questo in quanto sapevo per il tramite della Dagrada che la Rosy Mauro riceveva finanziamenti per il tramite del sindacato padano. A vostra domanda, vi dico che non riesco a comprendere il riferimento a Balocchi fatto dalla Dagrada.

“COME MILITANTE MI SENTIVO OFFESA DALLA GESTIONE BELSITO”

A questo punto mi viene rappresentato che dalla documentazione rinvenuta presso di me, in particolare il bilancio della lega del 2010, tabulati relativi alle autovetture del partito, appunti in cui evidenzio critiche alla gestione del Belsito, sia quando era amministratore della Regione Liguria sia quando è stato amministratore “federale”, evidenziano una mia attenta attività di controllo sulla gestione finanziaria del partito. Rispondo che questa documentazione l’avevo messa insieme, perchè in quanto militante del partito mi sentivo offesa e delusa dalle attività gestionali di Belsito così come rappresentatemi da più militanti della Lega e dalla stessa Dagrada. Avevo redatto delle note critiche che volevo dare a Castelli affinchè svolgesse un accurato controllo. Con riferimento alla vicenda delle irregolarità di Belsito nella gestione dei fondi della regione ligure di cui all’appunto che mi è stato rinvenuto, posso dire che si tratta di notizie che mi erano state date telefonicamente da uno che si era qualificato della Lega Nord ligure.

“AVEVO AVVISATO BOSSI DELLE IRREGOLARITA’”

Quando nel corso della conversazione dico che “il capo continua imperterrito con quello che gli ho detto” mi riferivo al fatto che io stessa avevo avvisato Bossi delle irregolarità del Belsito, o meglio della sua superficialità ed incompetenza e del fatto che la Rosy Mauro era un pericolo sia politicamente e sia per i suoi rapporti con la famiglia Bossi. Non nominai a Bossi la moglie perché mi sembrava indelicato. Confermo che nel corso della conversazione la Dagrada che io torno a ripetere considero una persona fedele al movimento e alla purezza dei suoi intenti sembrava quanto meno soddisfatta, del fatto che avesse suggerito a Belsito di fotocopiarsi tutta la documentazione compromettente in modo che rimanesse la prova della malversazioni effettuate e che chi non era stato fedele al partito ne pagasse le conseguenze, e prima fra tutti la Rosy Mauro. A vostra domanda vi dico che la Dagrada non mi ha mai riferito dell’esistenza di una registrazione inerente ad un colloquio tra il Belsito e Umberto Bossi.

L’interrogatorio di Nadia Dagrada (3 aprile)

Il giorno precedente Woodcock e il collega di Milano Paolo Filippini avevano ascoltato la dirigente amministrativa del partito e responsabile dell’ufficio gadget Nadia Dagrada. La funzionaria spiega ai pm che di fatto svolge la funzione di principale collaboratrice del tesoriere Francesco Belsito. “Quando lui non c’è utilizzo la sua stanza – dice – Quando, invece, il Belsito è presente utilizzo una stanza, ubicata sempre al secondo piano, ma più piccola. Preciso che entrambe le citate stanze, e cioè quella del Belsito e quella mia, sono stanze all’interno delle quali vengono svolte attività amministrative e contabili, nel senso che io mi occupo della gestione dei fornitori, del gadget e di verifica della contabilità territoriale”.

Ecco il resto del verbale di interrogatorio.

SOLDI PUBBLICI USATI PER FINI CHE NON C’ENTRANO CON LA LEGA

Che mi risulti gli unici soldi della Lega Nord sono quelli del contributo pubblico che vengono destinati per le finalità istituzionali previste dalla legge; mi fate esempi di somme che sarebbero state destinate ad altre finalità (auto, pagamento medici…); vi rispondo che effettivamente vi sono una serie di spese e somme danaro provenienti dai finanziamenti pubblici erogati dallo Stato al partito della Lega Nord che non hanno nulla a che vedere con le finalità e l’attività del partito politico della Lega; di tali fatti e di tali vicende ho parlato più volte con il Belsito, facendo commenti anche critici. Faccio degli esempi: mi risulta, per esempio, che con i soldi pubblici sia stata comprata l’auto Audi A6 acquistata a Renzo Bossi (figlio del segretario federale on. Umberto Bossi) e poi passata a Belsito; ancora sono stati usati soldi pubblici per pagare i conti dei medici, anche per cure ricevute da membri della famiglia Bossi; ancora il Belsito mi ha riferito di aver pagato con i soldi della Lega Nord provenienti dal finanziamento pubblico cartelle esattoriali e conti vari di Riccardo Bossi (figlio del segretario federale on. Umberto Bossi).

I SOLDI IN NERO NELLE CASSE DEL PARTITO

Sì, mi ricordo che alcuni anni fa l’ex amministratore della Lega Nord, sig. Balocchi, portò in cassa venti milioni di lire in contante dopo essersi recato nell’Ufficio di Bossi.

IL COLLOQUIO REGISTRATO

Il Belsito mi ha sicuramente detto di aver registrato un suo colloquio con l’onorevole Bossi – colloquio nel quale aveva “ricordato” al segretario onorevole Bossi tutte le spese sostenute nell’interesse personale della famiglia Bossi con i soldi provenienti dal finanziamento pubblico. Non so se Belsito abbia effetuato tale registrazione. Belsito mi disse di voler utilizzare tale registrazione come strumento di pressione dal momento che volevano farlo fuori.

“E’ STATO UTILIZZATO DENARO PUBBLICO PER LE SPESE DI FAMIGLIA”

Effettivamente e con dolore dico che sono stati utilizzati soldi del finanziamento pubblico destinati al partita della Lega Nord per pagare conti e per effettuare pagamenti personali in particolare della famiglia Bossi. Posso dire che la situazione è precipitata dopo la malattia del segretario federale, ono Umberto Bossi, nell’anno 2003. Dopo il 2003 c’è stato “l’inizio della fine”: ,si è cominciato con il primo errore consistito nel fare un contratto di’ consulenza a Bruxelles a Riccardo Bossi, se non ricordo male da parte dell’onorevole Speroni; dopo di che si sono cominciate a pagare, sempre con i soldi provenienti dal finanziamento pubblico, una serie di spese personali a vantaggio di Riccardo Bossi e degli altri familiari dell’onorevole Bossi; in particolare con i soldi della Lega venivano pagati i conti personali di Riccardo Bossi per migliaia di euro e degli altri familiari, come per esempio i conti dei medici sia per le cure dell’onorevole Bossi sia dei suoi figli; a tal riguardo mi risulta che il Belsito paghi con i soldi della Lega tali conti.

“SOLDI ANCHE PER LA VISITA CARDIOLOGICA DI ROSI MAURO”

A proposito di Rosi Mauro, mi risulta per avermelo detto sempre il Belsito che anche a favore della predetta Parlamentare (Rosi Mauro) siano state erogate somme e la fatture relativa ad una visita cardiologica effettuata dalla Rosi Muro – per un ammontare di alcune centinaia di euro – pagata con i soldi della Lega; ripeto, il Belsito mi ha raccontato e rappresentato di altre somme della Lega di cui la Rosi Mauro sui sarebbe appropriata, di cui, tuttavia, io non ho visto le carte. Poi per quanto attiene l’amante di Rosy Mauro, Belsito mi ha riferito che Pier Giuramosca, poliziotto, attualmente suo segretario particolare, è stato da lei aiutato ad ottenere un mutuo agevolato e gli sono stati pagati soldi per conseguire un titolo di studio. Il poliziotto è attualmente in aspettativa ed ha un contratto con la vicepresidenza del Senato, dove la Rosy è vicepresidente dello stesso organo. Il Belsito mi ha riferito che lui aveva delle amicizie particolari con alcuni appartenenti alle Forze dell’Ordine, tra cui Carabinieri e Guardia di Finanza e che poteva assumere informazioni da loro anche riservate anche giudiziarie.

“FURONO PAGATI GLI AVVOCATI DI RICCARDO BOSSI”

Tornando su Bossi Riccardo, so che Belsito ha pagato alcune fatture per gli avvocati difensori di Riccardo, perché aveva un assegno protestato di circa 12.000,00 euro.

“BELSITO NON ERA SIMPATICO ALLA LEGA”

Belsito non è mai stato nelle simpatie della Lega perché si diceva che aveva circuito una persona incapace a Genova a cui aveva preso dei soldi. Ho saputo dell’esistenza di Bonet dopo gli articoli stampa del gennaio 2012 sull’operazione “Tanzania”. Da questo momento in poi, Belsito mi ha parlato che era collegato al Bonet con cui era socio in affari in uno studio tributario di Genova.

LE VISITE MEDICHE DEL SENATUR

Per quanto attiene il ricovero di Umberto Bossi nel 2003 le spese per la Ildebrand di Varese sono state anticipate dalla Lega e poi l’amministratore Balocchi successivamente se li è fatti rendere da Bossi, credo per circa 100.000,00 euro. Quando poi Balocchi ha problemi di salute è stato affiancato del ruolo di amministratore da Belsito. Per quanto ritiene le spese, Circa un migliaio di euro dal Cardiocentroticino di Lugano, nel 2010-2011 sono state pagate dalla Lega e non mi risulta siano stati pagati dai Bossi. Al riguardo non ho ancora un riscontro ufficiale.

IL TERRAZZO DELLA VILLA DI GEMONIO

Per quanto riguardo i lavori di ristrutturazione edilizia del terrazzo dell’abitazione di Gemonio di Bossi, so che nel 2010 sono stati pagati 25.000,00 con bonifico bancario della Lega. E che ci sono da pagare ancora 60.000,00 euro e so che la ditta voleva fare causa per il mancato pagamento. L’Ufficio dà atto che la Dagrada viene interpellata telefonicamente alle ore 09.00 da un collaboratore di via Bellerio 41 sede della Lega Nord a cui riferiva che l’Ufficio posto al 2? piano dello stabile adiacente a quello dell’on. Comaroli, è esclusivamente nella sua disponibilità ed è quello dove lei esercita la sua attività di responsabile amministrativo contabile della Lega Nord.

SPESE E FATTURE (CHE NON C’ERANO)

Voglio precisare che Belsito ogni volta che ci chiedeva di pagare una spesa della famiglia di Umberto Bossi o anche altre spese non riconducibili direttamente all’attività del partito, diceva alla Tiziana Vivian, l’altra segretaria di Roma della Lega, di pagare con bonifici o altre firme senza avere la fattura di riferimento. Io non ho la possibilità di fare materialmente i pagamenti in quanto non ho la firma sui conti corrente né quello online di Genova e di Roma.

Dal gennaio 2011 ho avuto accesso alle fatture regolari pagate da Milano per le manifestazione e spese riconducibili alla Lega Nord. Per i pagamenti fatti dal conto corrente genovese della banca Aletti, Belsito operava in autonomia e non aveva una segretaria operativa. Per quanto riguardo il conto corrente della Lega presso il Banco di Napoli della Camera dei deputati di Roma anche in questo caso Belsito era l’unico ad operare sul conto. Mentre la Vivian portava materialmente, gli ordini di bonifico e gli assegni alla banca.

GLI AMICI DI ROSY E DEL SINPA

Per quanto attiene agli assegni circolari di tale Delmirino Ovieni, posso dire che sono stati fatti i pagamenti da parte di Belsito riconducibile alla Rosy Mauro. Quando ho visto gli estratti conto del 2011, del Banco di Napoli di Roma, su detti assegni, di circa 48.000,00 ho chiesto spiegazioni a Belsito, in quanto i pagamenti apparivano privi di causa, e lui non mi ha volutamente risposto. Ho chiesto a Belsito chi fosse il beneficiario Delmirino Ovieni, ma anche a questa domanda, non mi ha dato risposto, al che ho fatto una ricerca su google, per capire chi fosse, ed ho visto che c’era un rapporto pregresso tra Ovieni e la Rosy Mauro.

LAUREE IN SVIZZERA DA 120MILA EURO

Voglio precisare che noi in generale, diamo dei contributi ai vari organi e/o enti di partito, ma al tempo di Balocchi queste somme non venivano dati tutti questi soldi al SinPa (Sindacato Padano). Nel 2011 sono stati versati circa 60.000,00 al Sinpa. Belsito mi ha poi riferito che sono stati dati altri soldi in contanti al Moscagiuro Pier, compagno della Rosy Mauro, affinché pagasse le rate per le spese della scuola privata e conseguire il diploma e poi la laurea, credo “ottenuti” entrambi in Svizzera. Inoltre Belsito mi ha detto anche di aver pagato le rate per il diploma e poi la laurea della stessa Rosy Mauro, pagando con i soldi della Lega. Per quanto riferitomi da Belsito i titoli di studio menzionati sono costati circa 120.000,00 euro prelevati dalla cassa della Lega. Credo che i titoli sono stati conseguiti in Svizzera.

LA LAUREA DI RENZO A LONDRA: 130MILA EURO

Inoltre anche Renzo Bossi dal 2010 sta “prendendo” una laurea ad un’università privata di Londra e so che ogni tanto ci va a frequentare e chiaramente le spese sono tutte a carico della Lega, ed anche qui credo che il costo sia sui 130.000,00.

A questo punto i pm fanno ascoltare alla Dagrada l’audio dell’ intercettazione della Procura di Napoli del 29.01.2012, ore 20.37.

I PAGAMENTI PER LA DIPENDENTE DEL PARTITO

Per quanto riguarda Helga Giordano ed il suo ragazzo Giordani Paolo, posso dire che 2 anni fa circa mi trovavo in Umbria e ricevetti una telefonata da parte dell’ex marito di Helga che mi chiese i rapporti della Lega con il Legnano Calcio perchè era stato pubblicato sui giornali qualcosa riferito all’assessore al bilancio di Sedriano (Milano), allora Helga Giordano e Paolo Alberto Scrabole, che cercavano di reperire finanziamenti per acquistare il Legnano Calcio unitamente al Giordani Paolo. Io dissi che la Lega non era interessata a questa cosa. A fine gennaio inizi di febbraio, telefonarono a via Bellerio 41 per avere un appuntamento con Bossi e precisarono che si tratta di un grave comportamento di una persona che lavorava in via Bellerio. Anzi preciso che mi chiamò la mia collega Daniela Cantamessa, e mi disse che aveva ricevuto da poco una telefonata da parte di Nella Corrado, figliastra di Silvana Quarantotto ed amica di Helga Giordano che voleva conferire col segretario per un comportamento scorretto di una dipendente della Lega, per l’appunto la Helga Giordano. La Daniela, la stessa sera, fissa l’appuntamento con queste persone che vengono ricevute in via Bellerio.

La questione da questi sollevata, riguardava una richiesta-truffa di 30.000,00 euro fatta da Helga ed il suo compagno Giordani Paolo per una pratica di finanziamento di 1.000.000,00 di euro, considerato che la Qaurantotto Silvana era in difficoltà finanziarie con la sua società, presentandosi come la segretaria di Bossi e millantando vicinanze con lui. Alchè noi comprendendo la difficoltà di tale situazione chiedemmo a Belsito di far analizzare la pratica da un punto di vista della solvibilità della società Corrado sas di Milano. Cosa che Belsito fece. Difatti dopo qualche giorno Belsito gli consegnò personalmente a Silvana Quarantotto un assegno di 140.000,00 circa per andare incontro alle ulteriori esigenze finanziarie, senza indicare contabilmente la causale. Dopo qualche giorno la Quarantotto, nonostante il contributo, non trovando la soluzione al problema ci richiese altre somme perché le banche non le finanziano più la sua azienda. Alchè Belsito visto che non si trovava la soluzione mi informò di aver trovato una soluzione e cioè di fare un compromesso fittizio per l’acquisto del capannone di proprietà della Corrado, in modo giustificare contabilmente il prelievo dalla casse della Lega di altre 130.000,00 circa, richiamando nel compromesso anche le altre 145.000,00 circa già datele con l’assegno. Tale atto giustifica così i due contributi in modo tale che eventualmente si poteva acquistare il capannone se le Quarantotto non restituiva le somme. Inoltre, proprio stamane sapevo che Belsito avrebbe consegnato alla Quarantotto un altro assegno di 40.000,00 euro consegnandolo il titolo di credito a Genova penso al “solito bar”, così come riferitomi da Belsito.

In particolare i magistrati fanno poi ascoltare alla Dagrada, personaggio chiave dell’inchiesta, una telefonata tra lei e Belsito. In cui si sentono le seguenti battute.

(Nadia) “Però tu al capo (Bossi) precisi la cosa del discorso soldi, che Castelli vuole andare a vedere la “cassa” e quelli che sono i problemi, perché comunque tu non è che puoi nascondere quelli che sono i “costi de).)a famiglia”, cioè da qualche parte vengono fuori.
(Belsito) : Sì
(N) : Anche perché o lui, (ndv Umberto Bossi) ti passa come c’era una volta, tutto in nero, o altrimenti come cazzo fai tu. Mentre invece il discorso, chiedi con la presenza di lui, se è meglio Alessandri o Gibelli( che dovrebbero sostituire Castelli)
(B) : Sì

“CASTELLI VOLEVA VEDERE I CONTI”

Posso dire che sapevo che anni fa sapevo che c’era il “nero” che finanziava il partito, ma io ho assistito ad un solo episodio di 20.000 milioni di lire portati da Balocchi e prelevati dall’Ufficio di Bossi. Difatti, in questo passo della telefonata voglio precisare che Castelli stava insistendo, anche con me, per vedere i conti del partito e quindi io consiglio a Belsito di riferire al “capo” Umberto Bossi , vista la consistenza delle spese sostenute per la famiglia Bossi – che sono quelle in parte già dette prima – di non permettere a Castelli di fare questi controlli e che quindi per poter continuare a pagare le spese della famiglia, bisognava fare ricorso al “nero”, cioè ad incassare liquidità senza registrazione contabile alcuna, così come ha fatto in passato Balocchi quando è andato nell’Ufficio di Bossi ed è uscito subito dopo con delle mazzette di soldi per 20.000 milioni di lire. Balocchi uscì dall’Ufficio di Bossi e venne nell’ufficio da me mi consegnò i 20.000 milioni di lire dicendomi di non registrarli e di metterli in cassaforte che poi ci avrebbe pensato lui. Ribadisco che sapevo che circolava del “nero” nella Lega, ma io ho visto personalmente solo questa operazione.

“LA VACANZA A BOSSI E FAMIGLIA A SPESE DEL PARTITO”

Voglio precisare che Belsito ha pagato al segretario Bossi ed alla sua famiglia, con i soldi della Lega, provenienti dai contributi pubblici, un soggiorno estivo nel 2011 ad Alassio (Genova). E che è stato regolarmente pagato dalla Lega, ma non è stato fatto dai Bossi perchè proprio il segretario ebbe un infortunio al braccio qualche giorno prima.

“BELSITO NON HA UNA GESTIONE TRASPARENTE”

Devo precisare che da quando è iniziata la gestione Belsito le cose sono mutate rispetto alla precedente gestione Balocchi. Le cose sono mutate, nel senso che lo stesso Belsito non aveva e non ha una gestione trasparente delle spese che vengono caricate sulla Lega, cioè lui ci diceva di effettuare pagamenti senza che io e le mie colleghe dell’amministrazione vedessimo le fatture o comunque i documenti giustificativi. Della questione ho parlato spesso con Tiziana Vivian e l’ho persino contestato allo stesso Belsito, tant’è che ebbi con lui in una prima fase un momento di attrito, legato proprio a questa gestione opaca delle risorse delle Lega, abituata invece da Balocchi a riscontrare documentalmente le uscite risultanti dagli estratti conti. Ricordo anche che ho accennato a Castelli le mie perplessità sul modo di gestire il denaro da parte di Belsito e su come si comportava in modo disinvolto sulla gestione dei fondi. Alle mie perplessità ricordo che Castelli disse che avrebbe fatto in modo di verificare quanto io gli avevo riferito, manifestando anche le stesse mie preoccupazioni. Sicuramente non so specificare i prelevamenti straordinari per contanti fatti da Belsito, autonomamente, mentre posso dire che per la nostra gestione preleviamo circa almeno 40-60.000,00 euro al mese dalla Banca Popolare di Lodi per le spese di gestione ordinaria del partito.

“FECI IL BILANCIO SENZA DOCUMENTAZIONE”

Quando c’era Balocchi io avevo accesso a tutti i dati tant’è che per il bilancio del 2010, io dissi al Belsito – poichè non avevo la disponibilità della documentazione che giustificava le spese caricate sui conti del banco di Napoli e della Banca Aletti – che avevo difficoltà a redigere il bilancio poichè non avevo una visione chiara delle cose. Tuttavia, la mancata redazione dei bilanci nei termini di legge avrebbe impedito alla Lega Nord di incassare i contributi o i rimborsi elettorali erogati dalla Camera dei Deputati, anche se la documentazione non era completa e non avevo tutte le pezze giustificative, decisi comunque di procedere alla stesura del bilancio consapevole del fatto che responsabilità non era mia, ma di Belsito che era ben consapevole di queste criticità di cui si assumeva la piena responsabilità. A seguito della presentazione del bilancio 2010, la Lega incassò circa 18.000.000,00 di euro per il 2011.

CON BELSITO SPESE ALLE STELLE

Voglio evidenziare anche che da quando Belsito è amministratore della Lega sono anche mutate le tipologie di spese che permetteva che il partito sostenesse; mi spiegò Belsito che ha fatto comprare una Smart per Renzo Bossi che è intestata alla Lega e che ad oggi, dopo essere stata usata da Renzo per qualche mese è rientrata nella nostra disponibilità; analoga cosa è successa per il BMW X5 in uso a Riccardo Bossi a cui abbiamo pagato il riscatto del Leasing perchè non era in grado di affrontarne gli oneri, pari a euro 12 o 21.000,00 euro. Inoltre io che svolgo attività di contabile dal 1998, ho immediatamente notato che con la gestione Belsito c’è stato un incremento sostanziale delle spese che gravano sulle casse del partito.

LA SCUOLA DELLA MOGLIE

Per quanto attiene la signora Manuela Marrone, consorte di Bossi, sono a conoscenza del fatto che sono stati versati dal conto corrente della Lega del Banco di Napoli di Roma, “contributi diversi” almeno 80-100.000,00 euro per sostenere la “scuola Bosina” di Varese, dove penso che la signora Marrone riveste il ruolo di preside. Mi risulta che ulteriori versamenti per un ammontare di 800.000,00 euro sono stati erogati a favore della stesso istituto scolastico dal conto dei fondi della cosiddetta legge Mancia. Ho appreso nel merito anche chiedendolo a Belsito a chi fossero stati formalmente destinati detti soldi e che lui non lo sapeva. Alchè io l’ho invitato ad informarsi quali erano gli obblighi di legge della Legge Mancia. Ho appreso circa un mese fa da Belsito, che nel 2010-2011 gli era stato chiesto da Marrone Manuela di accantonare, per cassa, una cifra per il sostegno della scuola Bosina, pari a circa 900.000,00 o 1 milione di euro per esigenze della scuola bosina. Poichè lui si mostrava disponibile ad accettare questa richiesta, io gli manifestai il mio disappunto e la mia netta contrarietà perchè ritenevo e ritengo che l’accantonamento deve essere trasparente e dette operazioni devono essere regolarmente iscritto nel bilancio e che non c’era motivo di farlo in maniera nascosta come chiedeva la Marrone al Belsito.

IL DIPLOMA DEL FIDANZATO DELLA MAURO

Chiarendo nel merito con Belsito che questa richiesta aveva una doppia valenza, una per Belsito di avere sempre più una forte ascesa nei confronti dei Bossi e l’altra la spregiudicatezza della Marrone nel richiedere la complicità del Belsito per attingere ai fondi del partito. Questa condotta è analoga a quelle tenute da Belsito a sostegno delle richieste dei figli di Bossi e per la Rosy Mauro che lui voleva tenere nascoste nel bilancio. Ed io non volevo che i fondi pubblici del partito venissero utilizzate per le esigenze personali e non per i fini delle attività di partito. Pertanto lo consigliavo di fare dei bonifici tracciabili sui versamenti a favore della “scuola bosina”, fatti sempre dal Banco di Napoli della Lega di Roma, evitando al contrario i pagamenti a favore di persone e non per gli interessi del partito. In questa categoria rientrano ad esempio alcuni costi tra i quali: il diploma e la laurea (forse in corso) di Moscagiuro Pier, compagno e segretario particolare della Rosy Mauro; il diploma e laurea (forse in corso) per la Rosy Mauro per complessivi 130.000,00; spese per acquisto e noleggio di autovetture; spese di soggiorno per vacanze; spese per la telefonia; comodato d’uso a titolo gratuito dell’associazione umanitaria Padana; prelievo bancario dal Banco di Napoli di 29.150,00 franchi svizzeri a favore di Rosy Mauro.

“ERO CONTRO CASTELLI: TEMEVO PER IL PARTITO”

Io ero preoccupata e mi contrapponevo all’accesso ai conti della Lega da parte di Castelli, poiché ritenevo che attraverso lui, Rosy Mauro avrebbe potuto utilizzare la conoscenza dei fatti sopradetti contro gli interessi del mio segretario e contro gli interessi del mio “movimento”. Per questi motivi ho spinto Belsito a rappresentare in colloquio riservato a tu per tu con Bossi l’esistenza di questi fatti e di questo pericolo.

“BELSITO CANCELLO’ IL LIMITE DI SPESA”

Con l’operazione Tanzania emersa a gennaio sui media, ho scoperto poi successivamente che Belsito per poter effettuare il prelievo dei 5.700.000,00 dalla Banca Aletti di Genova e fare l’investimento con Bonet, ha utilizzato un verbale del consiglio federale della Lega – che stabiliva, ed è tutt’ora vigente, il limite di possibilità di spesa ad euro 150.000,00 con firma singola, mentre superiore a questa cifra è previsto l’avvallo del comitato amministrativo e cioè di Castelli e Stiffoni cancellando la parte in cui era riportato il limite di spesa. Verbale consegnato poi alla banca.

Copyright © Il Fatto Quotidiano. All rights reserved

*******************

Umberto Bossi si è dimesso dalla carica di segretario del partito della Lega. Una scelta che, stando a quanto riportano le agenzie, sarebbe “irrevocabile”. E’ quanto riporta la televisione Sky. A ricoprire la carica, sarà un “triumvirato ad interim” formato da Roberto Maroni, Roberto Calderoli, e Giancarlo Giorgetti fino al prossimo Congresso.

A questo punto, il Consiglio dovrebbe accogliere le sue dimissioni. Dalle indagini in corso seguite all’esplosione dello scandalo Belsito risulta la presenza di soldi del partito che sarebbero andati a Bossi e Roberto Calderoli. Bossi ha deciso così di lasciare il comando del partito, travolto in prima persona, insieme alla sua famiglia, dall’indagine dei Pm. Proprio lui, che parlava di Roma ladrona e Governo ladrone, avrebbe utilizzato i fondi del suo stesso partito, che ergeva a esempio di integrità.

Quando la notizia si è diffusa tra i giornalisti che sostano davanti alla sede di via Bellerio a Milano, i militanti che si trovano davanti al quartier generale per manifestare solidarietà al leader del Carroccio hanno cominciato a gridare “Bossi, Bossi” .

DETTAGLI DA ANSA

C’é una intercettazione agli atti dell’inchiesta di Milano che vede indagato l’ex tesoriere della Lega Belsito in cui Nadia Dagrada “parla del ‘nero’ che Bossi dava tempo fa al partito”. Per gli investigatori “il ‘nero’ è riconducibile alla provenienza del denaro contante che può avere varie origini, dalle tangenti, alle corruzioni”.

Tra i documenti sequestrati ieri a Roma nella cassaforte del tesoriere vi è un carnet di assegni che reca la scritta “Umberto Bossi”. Il carnet, che è relativo al conto corrente della banca sul quale vengono versati i contributi per il Carroccio, é ora all’esame dei pm di Napoli e di Milano. Negli atti dell’inchiesta milanese gli investigatori scrivono che dalle intercettazioni telefoniche emerge che il denaro sottratto alle casse della Lega è andato “a favore” tra gli altri di “Bossi Umberto” e “Calderoli Roberto”.

Inoltre “Renzo Bossi e la sua fidanzata, Baldo Silvia, (…) sono stati insieme alla sede della Lega di via Bellerio e si sono portati via i faldoni della casa (ristrutturazioni?) per timore di controlli, visto il periodo critico”. E’ quanto annotano gli investigatori in un atto dell’inchiesta sull’ex tesoriere della Lega Belsito.

Nella cassaforte del tesoriere della Lega Francesco Belsito tra la documentazione contabile sequestrata ieri dai carabinieri del Noe e dalla Guardia di Finanza vi e’ anche una cartella con l’intestazione ”The family’.L’ipotesi degli investigatori e’ che i documenti siano relativi alle elargizioni ai familiari del leader del Caroccio Umberto Bossi. Gli atti sono all’esame del pm di Napoli, Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e John Henry Woodcock.

I dirigenti leghisti che oggi prenderanno parte al Consiglio federale stanno arrivando in via Bellerio, tra i primi ad entrare Roberto Maroni mentre il leader del Carroccio sarebbe gia’ nel suo ufficio, come anche Roberto Calderoli. ”Oggi decido la nomina del nuovo segretario amministrativo della Lega, il consiglio federale si riunisce per questo” ha detto all’Ansa Bossi. Alla domanda se ci siano altri argomenti all’ordine del giorno, Bossi ha replicato secco: ”Oggi nominiamo il nuovo segretario amministrativo”.

IN CORSO INTERROGATORIO DA PM MILANO PAOLO SCALA – E’ in corso da questa mattina in procura a Milano l’interrogatorio di Paolo Scala il presunto uomo d’affari indagato perla vicenda dei sospetti finanziamenti con i fondi ‘sottratti’ dalle casse della Lega in Tanzania e a Cipro. Scala ieri e’ stato sentito dal magistrato della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo che lo ha indagato per riciclaggio insieme all’ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito. L’uomo d’affari e’ invece indagato a Milano per appropriazione indebita reato commesso in concorso con lo stesso Belsito e con l’imprenditore Stefano Bonet. A Belsito gli inquirenti milanesi hanno anche contestato il reato di truffa ai danni dello Stato, mentre a Bonet solo truffa.

INDAGINI DDA REGGIO DA 2009, PARTITE DA COSCA DE STEFANO – Sono iniziate nel 2009, da accertamenti sugli affari nel nord Italia della cosca di ‘ndrangheta dei De Stefano di Reggio Calabria, le indagini della Dda reggina da cui sono nati i filoni di cui si occupano le Procure di Milano e Napoli, che hanno portato ad indagare l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito.

Procedendo nei loro accertamenti, gli investigatori reggini si sono imbattuti in una serie di personaggi, tra i quali Romolo Girardelli, soprannominato ”l’ammiraglio”, il faccendiere genovese che gia’ nel 2002 era finito in una inchiesta della Dda perche’ sospettato di essere un riciclatore dei De Stefano in contatto con elementi di spicco della cosca che operavano in Liguria ed in Francia quali Paolo Martino e Antonio Vittorio Canale.

E’ stato seguendo le mosse di Girardelli che gli investigatori della Dia sono risaliti a Belsito, col quale il faccendiere era in societa’ tramite il figlio Alex Girardelli, nella Effebi Immobiliare, societa’ con sede a Genova e attiva nel settore immobiliare e commerciale. Dagli ulteriori riscontri sono emersi i rapporti con l’imprenditore veneto Stefano Bonet, il suo promotore finanziario Paolo Scala e l’avv. calabrese di origini ma con studio a Milano Bruno Mafrici, su cui adesso sono concentrate le attenzioni di tre Procure.

Il Consiglio Federale della Lega ha poi scelto Stefano Stefani come nuovo tesoriere del partito, dopo le dimissioni di Belsito, indagato per truffa ai danni dello Stato, appropriazione indebita e riciclaggio. Stefano Stefani è nato a Costabissara (Vicenza), ha 73 anni, ha la licenza media ed è imprenditore orafo. In questo momento è deputato della Repubblica, presidente della commissione Esteri della Camera, ma ha una lunga carriera politica.