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(WSI) –
«Vedrete che i listini azionari presto ripartiranno». Aveva parlato senza mezzi termini di un periodo positivo per le Borse Caputo Nassetti, direttore generale della divisione Global Markets Italia di Deutsche Bank, nella previsione fatta a F&M a inizio agosto. E ieri, dopo quasi due mesi di ininterrotto rialzo per il Dow Jones Industrial (+5,4% nel periodo), è arrivato il nuovo record assoluto.
Intendiamoci, manca ancora il colpo del ko ai vecchi massimi poiché il Dow Jones ha superato solo nell’intraday il top storico a livello di chiusura, segnato a 11722,99, che resisteva dal lontano 14 gennaio 2000. Il successo sarà quindi completo quando verrà superato il top intraday fatto segnare allora a 11750,28. Ma sembra una questione di virgole ormai. Il nuovo record è un forte elemento promozionale per i titoli che appartengono al più prestigioso paniere americano.
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«Se il Dow Jones confermerà il raggiungimento di nuovi massimi, si genererà una forte pubblicità per il listino azionario che attirerà nuova liquidità in Borsa», ha dichiarato Richard Moroney, responsabile della Dow Theory Forecasts newsletter. D’altronde, il Dow Jones ne ha fatta di strada per tornare in vetta. Dal 9 ottobre 2002, cioè dalla fine del trend ribassista che seguì lo scoppio della bolla azionaria del 2000, l’indice ha guadagnato il 61 per cento. Ma chi si deve ringraziare tra i 30 atleti che formano la squadra vincente del Dow Jones?
I protagonisti sono stati soprattutto i titoli industriali, il cuore della old economy. In primis Caterpillar, sesto titolo come importanza del paniere con un peso del 4,53%: il valore del gigante specializzato nella costruzione di macchinari per il movimento terra, è quasi quadruplicato in questi quattro anni. Ma non ha certo corso da solo. Si sono comportati molto bene altri big del settore manifatturiero come United Technologies e Honeywell International, più che raddoppiati.
Tuttavia nella Walk of Fame del Dow Jones ci sono state alcune leggendarie stelle che hanno deluso, se non addirittura giocato contro la corsa verso i top negli scorsi anni: è il caso di General Motors che oggi si trova sui prezzi di ottobre 2002. Ma come i grandi campioni, con un coupe de theatre rappresentato da un 2006 formidabile (+65% da inizio anno), GM ha alla fine dato lo stesso il suo contributo a portare l’indice oltre il famigerato 11723. Così come hanno brillato Merck (+32,9%), At&t (+32,8%) e Walt Disney (+30,2%). Il Dow Jones, dunque, festeggia il buon momento, in attesa che anche i ritardatari Intel (-18,4%), Home Depot (-10%) e Alcoa (-6,1%) diano il loro contributo alla causa
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