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LE MAGNIFICHE 7 AZIONI PIU’ FORTI E PIU’ VOLATILI

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(WSI) –
L’italiana Saipem, ArcelorMittal e Umicore. Poi Nokia, TomTom, Nokian Renkaat e Boskalis. Sono i sette titoli, selezionati secondo metodi quantitativi e fondamentali, alla base di questo portafoglio. L’obiettivo è trovare le azioni con una marcia in più rispetto all’indice di riferimento. I due filtri principali sono rappresentati da alfa (forza) e beta (variabilità) superiori a 0,2 e a 1, sia a sei che a 24 mesi. Un p/e atteso inferiore a quello del 2006 (un fatto che indica quindi una crescita degli utili), un roe oltre il 20% e una performance almeno tripla rispetto al +8% dell’Eurostoxx sono poi gli altri tre filtri. Vediamo in dettaglio queste società.


Con quasi 80 miliardi di euro di market cap, il gruppo siderurgico ArcelorMittal vale in Borsa circa 2,6 volte il patrimonio e 11,7 volte gli utili attesi per l’anno in corso. Inoltre da lunedì 15 ha fatto il suo ingresso nel Dj Stoxx50. Nel primo semestre il gruppo indoeuropeo ha realizzato 51,7 miliardi di dollari di fatturato (erano 43,3 lo scorso anno) e 5 di utile netto, contro i 3,4 dello stesso periodo del 2006. Mentre il mol è cresciuto da 6,8 a 9,7 miliardi e il risultato operativo da 5,1 a 7,7 miliardi. Il mercato di riferimento dovrebbe rimanere ancora sostenuto in Europa, migliorare negli Usa, mentre le acciaierie cinesi sembrano aver ridotto i tassi di crescita della propria produzione. Tutti fattori che giocano a favore del gruppo che produce un decimo di tutto l’acciaio mondiale.

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Nel campo delle materie prime opera invece la belga Umicore: 4,7 miliardi di capitalizzazione, un p/e di 15,6 volte e una redditività superiore al 20% sono le principali caratteristiche di questo gruppo che a breve quoterà la controllata Nyrstar, joint venture con Zinifex (vedere anche pag. 63). L’Ipo sarà sul 70% del capitale sociale, con un incasso atteso di 1,6 miliardi di euro. Intanto nel primo semestre Umicore ha realizzato 191 milioni di utili (+77% sul 2006) a fronte di 4,2 miliardi di ricavi (3,3 lo scorso anno), mentre le stime societarie di utile ante imposte e oneri finanziari sono state alzate di 15 milioni, fra 345 e 365 milioni.

Nel comparto delle oil service troviamo l’italiana Saipem, che nei primi sei mesi ha totalizzato 268 milioni di profitti (+65%) su 3,1 miliardi di ricavi e 13,3 miliardi di portafoglio ordini, cui si sono aggiunti a fine settembre nuovi contratti per 700 milioni ottenuti in Arabia Saudita e Spagna. I target societari per fine anno sono ora di 9 miliardi di fatturato e un utile in crescita del 30 per cento.

Due invece i titoli finlandesi in portafoglio. Nokia non ha bisogno di presentazioni: con oltre 100 miliardi di capitalizzazione e una redditività che nel 2006 è stata del 35,7%, il colosso dei cellulari passa ora di mano a poco più di 18 volte i profitti. Nel terzo trimestre i ricavi sono saliti del 28% a 12,9 miliardi, mentre l’utile operativo è passato da 1,1 a 1,86 miliardi (+69% rispetto al 2006) e l’utile netto è quasi raddoppiato a 1,56 miliardi (erano 845 lo scorso anno). A dimostrare la salute di Nokia è anche lo spaccato per attività, che vede il core business del gruppo aumentare la propria redditività operativa in misura ancora superiore rispetto a quella dell’intero gruppo: l’ebit del mobile è infatti salito nel trimestre del 78%, da 779 a 1.388 milioni di euro.

La seconda finlandese, Nokian Renkaat, invece opera nella componentistica auto, producendo pneumatici nuovi e ricoperti. Il rapporto fra prezzo e utile si posiziona a 21 volte, ma con una redditività del 24% e un track record di crescita dei profitti negli ultimi cinque anni del 28 per cento. Con 42 milioni di euro nel secondo trimestre Nokian Renkaat ha ampiamente battuto le stime di 35 milioni degli analisti, mentre i ricavi sono saliti del 16% da 200 a 232 milioni. Aumentati i prezzi dei prodotti senza contraccolpi sulle vendite, ora la società ha pianificato la delocalizzazione di una parte della propria produzione in Russia che sta diventando un importante mercato.

Olandesi sono invece gli ultimi due titoli del portafoglio, TomTom e Boskalis Westminster. La prima è il celebre produttore di navigatori satellitari, che ha appena portato a termine l’acquisizione per 2 miliardi di Tele Atlas, che produce mappe digitali. La capitalizzazione è salita oltre i 6 miliardi e passa ora di mano a circa 20 volte gli utili attesi per l’anno in corso, con una redditività che lo scorso anno ha superato il 50 per cento. Da inizio anno il titolo ha già guadagnato il 67% ma la società potrebbe stupire ancora con i risultati del terzo trimestre (attesi per il 24 ottobre), così come già avvenuto per quelli del secondo, con i profitti saliti a 68 milioni contro i 38 dello stesso periodo del 2006; mentre i ricavi sono passati da 277 a 380 milioni. Infine Boskalis, operatore portuale con 3,4 miliardi di market cap e una redditività del 20 per cento. Dopo un primo semestre in cui i profitti sono più che raddoppiati a 79 milioni e i ricavi saliti del 36% a 756 milioni, il management si attende ora una seconda parte dell’anno ancora di boom: per l’intero esercizio le stime sono di 163 milioni di profitti (+40% sul 2006), mentre il portafoglio ordini ha superato quota 2,6 miliardi.

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