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LE IMPRESE ITALIANE PERDONO 4 MILIARDI IN DERIVATI

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Quattro miliardi. A tanto ammonta il buco che registrerebbero i clienti della banche, in primo luogo imprese, se chiudessero oggi le loro posizioni in derivati. È il risultato dell´indagine della Consob che ieri il funzionario generale Antonio Rosati ha esposto alla commissione Finanze della Camera.

«Se è vero che gran parte dei contratti stipulati aveva una finalità di copertura, soprattutto su variazioni dei tassi di interesse o dei tassi di cambio, il fatto che oggi tali contratti abbiano un valore di mercato negativo può non rappresentare di per sé un´evidenza di una situazione patologica, ma può indicare semplicemente il fatto che è stato coperto un rischio che non si è realizzato».

L´indagine dell´Autorità guidata da Lamberto Cardia ha riguardato i maggiori dieci gruppi bancari ed è dunque rappresentativa di circa il 65% del totale delle posizioni in essere. Le dimensioni del fenomeno potrebbero essere di circa un terzo superiori a quanto rilevato dalla Consob.

«Le imprese interessate all´indagine sui derivati sono circa 30.000, soprattutto piccole e medie» ha precisato il presidente di Confapi, Danilo Broggi, anch´egli sentito in commissione finanze alla Camera. Per Confapi, «sono state soprattutto le aziende più piccole a essere coinvolte, senza avere la dovuta conoscenza dei derivati. Da questa incomprensione – ha rilevato Broggi – è scaturito il “fenomeno dei derivati”».

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