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LE BANCHE SULLA TRACCIA DEI TERRORISTI

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L’anno scorso, Mohammed Atta, sospettato di essere ai vertici del complotto terrorista organizzato da Osama bin Laden, avrebbe ricevuto diversi trasferimenti bancari per un valore di $100.000 dagli Emirati Arabi. Solo una banca, insospettita dall’operazione, avrebbe denunciato il fatto. A tale segnalazione pero’ non sarebbe seguito nessun provvedimento.

Nel mese successivo al disastro, gli investitori americani si sono concentrati nel tentativo di rintracciare le fonti che avrebbero finanziato i 19 terroristi morti nell’attentato. La capacita’ da parte del sistema bancario americano di mettere allo scoperto altri terroristi si e’ dimostrata piuttosto limitata.

Nell’ambito della guerra finanziaria al terrorismo, il governo americano sta chiedendo a tutte le 8.000 banche del paese di immobilizzare
i fondi delle organizzazioni e degli individui che abbiano una qualche connessione con l’organizzazione di bin Laden. Una lettera della Federal Reserve ha suggerito ad ogni banca di nominare un responsabile che tenga informate le autorita’ competenti riguardo a movimenti sospetti. Il ministero del Tesoro in collaborazione con l’American Bankers Association sta sviluppando un sistema capace di stanare le attivita’ terroristiche.

Affidare un maggior potere di monitoraggio alle banche dovrebbe sconfiggere l’opposizione terroristica. Gia’ in passato negli USA sono state proposte nuove leggi che permettessero di identificare i riciclatori, provocando pero’ proteste tra i cittadini.

I sistemi di individuazione del riciclaggio da perte delle banche americane sono ancora limitati, perche’ troppo focalizzati a rintracciare grosse quantita’ di denaro sporco. Inoltre, la maggior parte delle volte i terroristi hanno accuratamente evitato di usare il sistema bancario americano, limitandone l’uso solo a sporadici e piccoli trasferimenti difficili da individuare.

Popolare e’ il provvedimento emanato da una commissione bancaria del senato americano che prevede una collaborazione tra le autorita’ e i servizi segreti nella lotta al terrorismo.

Secondo le nuove direttive, le banche sono obbligate a riferire alle autorita’ ogni trasferimento che superi i $10.000, anche se si ritiene che i terroristi non abbiamo mai superato tale soglia in una singola transazione.

A conferma di cio’, e’ stato riscontrato che molti dei terroristi erano titolari in tutto di 9 conti presso la Suntrust Banks Inc. in Florida.
I terroristi, consci del pericolo, avrebbero realizzato movimenti di poche migliaia di dollari.

Inoltre, l’uso di vaglia e di servizi in contanti – metodi di pagamento meno controllabili dalle banche – ha reso ancora piu’ forte il loro anonimato. Mohammed Attas, uno dei terrosisti morti nell’attentato, in luglio avrebbe emesso dei vaglia postali dai $100 ai $200 di valore.

In un’ intervista rilasciata ad un quotidiano pakistano, bin Laden avrebbre sottolineato la fragilita’ delle istituzioni finanziarie americane.

In agosto, la CIA ha annunciato che l’INS, autorita’ per l’immigrazione, blocchera’ l’entrata nel paese di due sospetti terroristi, Khalid Almihdhar e Nawaf Alhazmi. I due erano gia’ negli USA, ma l’FBI non e’ mai riuscita a trovarli.

Gli unici movimenti finanziari identificati sarebbero quelli di Alhazmi per alcuni acquisti con carta di credito, tra cui quello del biglietto del fatale volo 77 di American Airlines, schiantatosi sul Pentagono.

Almeno quattro altri sospetti hanno usato una carta Visa per comprare i biglietti online.

Le banche, per esempio, avevano ritenuto sospetti i trasferimenti ricevuti da Mr. Atta, che ammontavano a $100.000. Purtroppo, le denuncie riportate all’IRS su fondi sospetti impiegano tempi piuttosto lunghi, perdendosi in un circuito burocratico.

Percio’, e’ necessario che l’INS migliori e velocizzi questo processo di segnalazione e raccolta dati, sebbene un portavoce dell’INS affermi che, alla luce degli eventi terroristici, non e’ il momento opportuno per una ristrutturazione dei metodi finora usati.

Ci sono dei limiti al contributo che le informazioni rilasciate dalle banche possono dare agli investigatori. Subito dopo l’attacco dell’11 settembre, Deutshe Bank AG ha rilasciato informazioni sui fondi personali di Mamduh Salim, sospetto capo del Qaeda e Mamoun Darkazanli, imprenditore riconosciuto ad Amburgo e del quale il governo sospetta legami con il terrorismo. Nessuna notizia che compromettesse i due e’ trapelata.