New York – Cattive notizie per Obama e il governo americano: l’economia statunitense ha creato appena 120 mila posti di lavoro a marzo, il numero più scarso da cinque mesi. Le assunzioni nei due mesi precedenti, gennaio e febbraio, sono state riviste di +4.000 unità.
Lo ha annunciato il Dipartimento del Lavoro, aggiungendo che il tasso di disoccupazione è calato all’8,2%, dal precedente 8,3%. Il risultato – che corrisponde ai minimi dal gennaio 2009 – e’ in gran parte dovuto al fatto che sempre più americani sono stati espulsi dalle statistiche sulla forza lavoro, perche’ hanno smesso di cercare un’occupazione, non trovandola. Rispetto allo scorso agosto il tasso e’ sceso dello 0,9%.
Gli economisti scommettevano tuttavia su un risultato di +200 mila posti.
Trovano dunque conferma le ultime parole del chairman della Federal Reserve, Ben Bernanke, secondo cui la recente forza dei dati economici non può trovare delle basi solide di appoggio senza una ripresa della crescita economica.
Il tasso di partecipazione (forza lavoro / popolazione attiva) è calato al 63,8% dal precedente 63,9%.
Le aziende hanno assunto 121 mila persone, rispetto ad attese per 215 mila. Lo stipendio medio per ora lavorativa e’ cresciuto +0,2% a quota $23,31.
La ripresa del lavoro sta contribuendo ad aumentare gli stipendi, che alimentano le spese al consumo, da cui dipende il 70% della crescita della maggiore economia al mondo.
I dati in giornata rappresentano comunque una notizia poco incoraggiante per l’attuale Presidente Obama, in vista delle elezioni. A solo titolo statistico si ricorda che l’unico presidente della storia Usa, dalla seconda guerra mondiale, ad essere stato rieletto con un tasso di disoccupazione oltre il 6% è stato Ronald Reagan. Quando ottenne la conferma per il secondo termine nell’84, i disoccupati erano al 7,2%.
“Notiamo ancora tanta debolezza della crescita nel mercato del lavoro”, ha detto a Bloomberg Tony Crescenzi, strategista di Pimco a Newport Beach, California. “Non è ancora abbastanza perché l’economia sia capace di guidarsi da sola versa la ripresa, senza nuovi stimoli monetari dalla Federal Reserve”.
I dati sono stati accolti con sfavore dal mercato: i futures sui tre principali indici della borsa americana hanno virato immediatamente in negativo, con il contratto sull’S&P500 che alle 14.40 italiane (le 8.40 di New York) cede lo 0,73% a 1.380,00 punti. Viceversa, i prezzi dei bond Usa sono in rialzo, con il rendimento sui decennali di riferimento che scende al 2,081% dal 2,180% di ieri.