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LAVORO PRECARIO: LA COLPA E’ DEL SINDACATO

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L’ articolo che segue e’ pubblicato per gentile concessione del blog chicagoblog. Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – Stati Uniti e Unione europea nel mercato del lavoro funzionano molto diversamente, quanto per esempio a rigidità verso il basso delle retribuzioni e utilizzo del lavoro precario e temporaneo. Tre buoni papers approfondiscono andamenti e ragioni delle differenze in una prospettiva comparata. E consentono di giungere a una conclusione assai utile nel dibattito pubblico italiano.

Da noi il lavoro a tempo e precario viene più utilizzato che altrove per colpa non dei padroni cattivi, ma del sindacato. Due papers sono opera di un’equipe di economisti, alcuni della World Bank e altri in forza ad alcune banche centrali di Paesi europei – Estonia, Grecia, Irlanda – alle prese con vecchi e nuovi problemi di occupazione per effetto della crisi.

Il primo analizza l’elevata rigidità di aggiustamenti verso il basso delle retribuzioni in caso di crisi occupazionale – motivo di aggravamento della crisi medesima quando la domanda di lavoro si contrae – che caratterizza appunto l’UE rispetto agli USA, e dimostra come l’effetto sia più grave nei Paesi nei quali la contrattazione del lavoro è nazionale, centralizzata, e con fortissima prevalenza in tutti i settori dei salari contrattati in maniera pluriennale e rigida coi sindacati.

Il secondo paper, degli stessi autori, analizza come in assenza di elasticità verso il basso delle retribuzioni le imprese in difficoltà dei diversi Paesi europei agiscano comunque per contenere i costi del lavoro, intervenendo su bonus, parte variabile del salario e soprattutto grants and benefits.

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Ma il paper decisivo è questo terzo, di Andrea Salvatori della University of Essex. Nella UE, uno su sette dipendenti lavorano con contratti temporanei connessi con una retribuzione inferiore e meno formazione. Sul posto di lavoro, utilizzando i dati di 21 Paesi, risulta che, in contrasto con le prove precedenti per gli Stati Uniti, quanto più un’impresa è sindacalizzata nei suoi dipendenti tanto più diventa propensa a usare il lavoro temporaneo.

Il sindacato contribuisce dunque a creare dualità contrattuale nel mercato del lavoro. Limitando la capacità delle imprese di adeguare il costo del lavoro anche attraverso minori retribuzioni, in presenza di un fisco vorace sul lavoro il sindacato spinge l’impresa all’utilizzo dei precario. L’Italia è in testa alla classifica, per questo effetto distorsivo.