Società

LASCIA
O RADDOPPIA

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) –
Il signor Rossi, partito tranquillo per le ferie, aveva lasciato il 31 luglio la Borsa (indice S&P/Mib) a quota 40.221. Ora, con lo tsunami subprime sopra le teste e i giornali che (un giorno sì e uno no) evocano il «venerdì nero», si ritrova comunque i listini più o meno allo stesso livello: 40.000 punti. Chi possiede azioni Eni, per esempio, le ritrova a 24,8 euro, praticamente sugli stessi livelli di inizio agosto. E lo stesso ragionamento vale per molti altri titoli. Autogrill, lasciata a fine luglio a 15,29, ora quota a 15,28; Enel scambia a 7,57 rispetto i 7,58 di un mese fa; Atlantia a 24,44 rispetto ai 24,81 e Unicredit è tornata a 6,27 euro.

Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle informazioni riservate, clicca sul
link INSIDER

Insomma, tutto come prima? Evidentemente no. In mezzo ci sono stati diversi crolli per le Borse: la crisi di liquidità, poi, ha cambiato le carte in tavola e il futuro prossimo può prospettare un autunno caldo. Giocoforza, la percezione del rischio dell’investitore (nel recente passato troppo bassa) è di molto aumentata. Tanto che il signor Rossi oggi è alla ricerca di una via d’uscita, un’occasione per «lasciare». L’attuale situazione può essere quella giusta.

CHI LASCIA. Dopo quattro anni di listini in continuo rialzo e scarsissima volatilità, chi ha una propensione al rischio bassa e non vuole restare sulle montagne russe, può anche permettersi di uscire, seppure con un 5-6% di perdita rispetto ai primi di giugno. «I minimi di agosto – afferma Stefano Guaita, dell’ufficio advisory di Banca Profilo – sono livelli importanti. Forse si potranno rivedere ma non credo si possa scendere ulteriormente. Tuttavia, per chi ha una propensione al rischio bassa, vale la pena ridurre l’esposizione sull’equity».

O almeno ribilanciare il portafoglio. «In quattro anni di continui rialzi – rileva Armando Carcaterra, direttore degli investimenti di Bipiemme Gestioni – un investitore potrebbe esser stato “indotto” ad abbandonare il proprio profilo di rischio, aumentando troppo il peso delle azioni. In questo caso, seppure noi restiamo favorevoli all’equity, può approfittare per aggiustare l’esposizione». E magari, fermo restando che la migliore opzione è rimanere «cash», guardare anche «a titoli di stato a breve scadenza», come suggerisce Giorgio Mascherone, chief investment officer per l’Italia di Deutsche Bank.

LE INCOGNITE. Il futuro, ovviamente, non è tutto rose e fiori. «Il rimbalzo è sano – afferma Alessandro Fugnoli, strategist di Abaxbank – Ma non bisogna pensare che ci troviamo in una situazione simile a quella della correzione di febbraio. Questa volta la crisi sarà più lunga e difficile». La risalita è stata determinata dagli interventi delle banche centrali che, immettendo a più riprese liquidità (la Fed ha iniettato complessivamente 147,25 miliardi di dollari), hanno ri-dato profondità ai mercati (diversi prodotti non riuscivano più a fare prezzo) e ristabilito (fino ad ora) la fiducia tra gli operatori. «A un problema finanziario – afferma Gianluca Cagnazzo, gestore di Global Bonds di Caam Sgr – la Fed ha risposto con l’utilizzo di uno strumento finanziario abbassando il tasso di sconto (dal 6,25 al 5,75%) e allungandone la finestra di utilizzo».

Ma basterà questo per mettere le cose a posto? Non dimentichiamoci che Bernanke è stretto tra la necessità di ridare respiro ai mercati e controllare l’inflazione. «La Fed – continua Cagnazzo – ha ancora margini di manovra: userà la leva monetaria ma solo se la situazione macro dovesse peggiorare». Lo stesso presidente, nel discorso di venerdì 31 agosto a Jackson Hole, ha ribadito che tutelerà la crescita economica a stelle e strisce, precisando che non è compito dell’istituto centrale «proteggere istituzioni finanziarie e investitori dalle conseguenze delle loro decisioni». Come dire: la moneta sarà più «facile» solo per evitare fughe verso la recessione.

Per ora, comunque, pochi vedono uno scenario da «apocalisse» (in Europa il consensus di Bloomberg indica che la Bce, il 6 settembre prossimo, lascerà invariati i tassi al 4%) e mantengono una view positiva, scommettendo a fine anno su livelli di Borsa superiori a quelli di inizio anno. L’economia mondiale cresce a ritmi sostenuti (5%) e le società nel complesso continuano a macinare utili (il consensus calcolato da Yardeni Research sull’S&P500 stima un utile per azione 2007 di 95,22 dollari, rispetto a 88,18 del 2006). Insomma, per chi resta lo spazio per una scommessa c’è.

TEMI DI BORSA. Tuttavia, chi guarda ancora ai mercati è avvisato. «Nel breve periodo i corsi azionari – dice Mascherone – sono dominati non solo dai fondamentali, ma anche dall’emotività e dai micro-eventi. È per questo motivo che, pur rimando positivi nel lungo periodo suggeriamo prudenza nel breve». Basta pensare, per esempio, alle oscillazioni di questa settimana, con i listini che il 28 agosto hanno ceduto il 2% per, poi, riprendersi i giorni successivi spinti anche dalle nuove domande sui mutui, il cui calo (-4%) si è rivelato inferiore alle attese.

«È difficile prevedere il termine di questa fase volatile e nervosa – sostiene Cagnazzo – Tuttavia, simili condizioni di mercato offrono delle opportunità: più che attendere dei rialzi per liquidare ritengo sia meglio approfittare dei crolli per accumulare con selettività». Già, ma su quali settori e su quali titoli? Diego Mihalich, direttore investimenti di Banca Patrimoni, espone una sua strategia: «Per me è interessante il settore assicurativo, in particolare Generali. È ovvio che, in questo caso, per estrarre valore dell’investimento l’orizzonte temporale si allunga: almeno un anno. Ma il Leone di Trieste, attualmente, ha un p/e di 14,5 che storicamente è molto basso».

Tuttavia, la società non è criticata perché poco dinamica nelle strategie di business? «Paradossalmente, proprio ciò che era considerato una debolezza (il business conservativo, ndr), gli dà ora una maggiore forza e stabilità rispetto al mondo dei titoli finanziari». I quali, seppur trattano anch’essi a sconto, volenti o nolenti subiscono direttamente l’effetto subprime. È pur vero che, per esempio, le azioni Unicredito hanno snobbato la notizia della multa Consob sul mancato controllo nell’operatività sugli Otc (nella seduta successiva il titolo viaggiava in territorio positivo). Ma è innegabile che, qualora il newsflow tornasse molto negativo, le banche pagherebbero dazio.

Diverso il discorso per un altro titolo che, in questa fase, piace (e molto) agli esperti: Fiat. «La storia del Lingotto – dice Mihalich – non è finita, i nuovi modelli sosterranno i risultati». Il consensus di Bloomberg, infatti, stima una crescita degli utili 2007 del 70% con il p/e che, ovviamente, è visto in discesa (a 13,91 da 14,97 del 2006). Così come, sembrano catturare l’attenzione le raffinerie italiane: in particolare Erg. E non dispiacciono, neanche, solidi titoli (spesso small e mid cap) come Marr, Arkimedica o Brembo con buoni fondamentali, in grado di fruttare la crescita economica e non troppo esposte ai tassi.

Infine, un altro tema che rincorre le sale operative è quello delle tecnologie: il DJ Eurostoxx Technology, nell’ultimo mese, è cresciuto del 3,71% (l’Eurostoxx600 ha perso oltre l’1%) e, in particolare, il settore delle Telecom ha guadagnato oltre il 5 per cento. Su quest’ultimo fronte, al di là della «singolarità» del caso Telecom Italia (che in attesa dell’ok di Anatel resiste sopra quota due euro – 2,08 alla chiusura di venerdì 31 agosto-), gli spunti speculativi arrivano dall’M&A delle reti. Mentre la piccola Retelit saliva sull’ottovolante (+10,66% nell’ultima settimana), Weather ha ribadito l’interesse per Tele2 Italia (che piace anche a Tiscali e Vodafone). Di più, dai network ai cellulari: Nokia, dopo aver lanciato la sua sfida globale in Internet, è balzata all’Mta International (oltre il 7% in settimana), tirando per la giacca anche StMicroelectronics.

SFRUTTARE LA VOLATILITÀ. C’è anche chi, però, la scommessa della Borsa la vuole giocare sfruttando proprio le sue caratteristiche attuali: cioè, il deciso aumento della volatilità a Piazza Affari. Anzi, considerata l’ampiezza dello oscillazioni, c’è chi quasi ne gode. Chi non vuole esagerare coi rischi si può accontentare di puntare sui titoli che si stanno dimostrando più pronti a reagire dopo le ampie correzioni. Magari con la protezione di un’opzione put contro le discese più violente e improvvise.

Un esempio è Finmeccanica, che è sempre al centro dell’interesse del mercato per le attese sul fronte di nuove commesse. La protezione può essere costruita con il cw put strike 21 scadenza marzo 2008 offerto da Société Générale. Chi, invece, punta a guadagnare sia dalla oscillazioni ribassiste sia dalle successive accelerazioni al rialzo può agire alternando opzioni call e put. Purché lo si faccia con estrema reattività ai repentini cambi di vento del mercato. L’esempio più semplice è quello di ricorrere a strumenti legati allo S&P/Mib come la coppia formata dal cw call strike 40.000 e dal put strike 39.000, entrambi con scadenza nel 2008.

Copyright © Bloomberg – Borsa&Finanza. Riproduzione vietata. All rights reserved