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LAS VEGAS NEL MIRINO DI BIN LADEN A NATALE

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L’America teme che Las Vegas sia nel mirino dei terroristi mentre Al Qaeda fa arrivare nuove minacce: «Preparate bare, fosse ed ospedali, presto ne avrete molto bisogno».

Cia ed Fbi sono sicuri di essere riusciti a sventare un devastante attacco al territorio degli Stati Uniti impedendo il decollo a sei aerei della Air France sulla rotta fra Los Angeles e Parigi a cavallo della notte del 25 dicembre. L’obiettivo dei terroristi sarebbe stato lungo il tragitto del jumbo e, in particolare, la città di Las Vegas, contro la quale l’aereo si sarebbe gettato in picchiata.

A far scattare l’allarme è stata la lettura delle liste passeggeri da parte degli analisti dell’intelligence americana. Una decina di nomi sul volo 68 in partenza da Parigi hanno sollevato sospetti, in un caso si trattava di un cittadino tunisino che aveva frequentato una scuola di volo, proprio come avvenne nel caso dei dirottatori dell’11 settembre del 2001. La decisione di Washington è stata di bloccare quel volo, altri due in partenza da Parigi a poche ore di distanza ed i corrispettivi voli previsti da Los Angeles.

Centinaia di passeggeri hanno dovuto cambiare programma, rinunciando al cenone natalizio per l’ospitalità assicurata dalla compagnia aerea francese, ma non vi sono state numerose proteste, segno della comprensione per l’entità dell’allarme. «L’obiettivo dei terroristi era sulla rotta fra Parigi e Los Angeles ed era probabilmente la città di Las Vegas», ha dichiarato una fonte dell’intelligence ad alcune agenzie di stampa americane, chiedendo l’anonimato e ricordando il precedente di Richard Reid, il britannico convertito all’Islam che tentò di far esplodere con una carica nascosta nelle scarpe un jumbo decollato da Parigi ed in volo sull’Atlantico diretto a Miami.

Le autorità francesi hanno gestito la crisi natalizia in stretto raccordo con i colleghi americani, interrogando a Parigi sette persone, delle quali non è stata resa nota l’identità. Alla fine degli accertamenti Washington e Parigi non hanno però mostrato intesa sulle conclusioni: per gli americani l’allarme sulla rotta per Los Angeles resta, mentre per i francesi il «caso è chiuso» e si può tornare alla normalità. A conferma della scelta compiuta, Washington ha informato Parigi che tutti gli aerei dell’Air France saranno oggetto di controlli particolari. Allarme anche a New York: all’aeroporto La Guardia il terminal della Delta è stato evacuato completamente dopo un allarme terrorismo.

Il presidente americano, George Bush, è stato aggiornato con ripetuti briefing a Camp David sullo stato delle indagini parigine, così come sul monitoraggio dell’allerta «Orange» che resterà in vigore almeno fino a metà gennaio. Il timore riguarda in particolare attacchi condotti con sostanze chimiche, batteriologiche e nucleari. I centri di rilevamento di sostanze nocive nell’aria presenti in 31 grandi città americane sono stati potenziati al fine di poter condurre test una volta ogni 12 ore e non più ogni 24 ore. «I nostri uomini tengono le antenne bene alzate, restano di vedetta 24 ore su 24», afferma Brian Rohenrkasse, portavoce del ministero di Sicurezza Interna.

Nuove minacce da Al Qaeda sono state recapitate agli Stati Uniti attraverso le pagine del periodico arabo londinese «Al-Majallah», che ha rivelato di aver ricevuto una e-mail da parte di un miliziano poco noto, Mohammed al-Ablaj, secondo il quale Osama bin Laden sarebbe pronto a diffondere un video immediatamente dopo il nuovo attacco contro l’America. «Un messaggero di Osama bin Laden ha informato al-Ablaj – ha scritto il periodico – che il leader di Al Qaeda si mostrerà in tv dopo l’esecuzione di un’operazione devastante che cambierà completamente l’ordine delle cose».

Nell’email al-Ablaj ha scritto: «Gli americani devono preparare bare, ospedali e tombe perché i prossimi giorni saranno pieni di sorprese e di grandi eventi che li trasformeranno in momenti storici ed esemplari». L’attentato contro gli Stati Uniti viene annunciato per un periodo compreso fra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Osama bin Laden non affida allo schermo un suo messaggio televisivo dall’indomani della fine della guerra in Afghanistan: le ultime sua immagini in una cassetta di Al Qaeda risalgono a questa estate, quando lo si vide camminare assieme con il vice Ayman al-Zawahiri lungo pendii scoscesi in una zona di scarsa vegetazione.

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