*Maurizio Viroli è professore di Teoria Politica all’Università di Princeton (New Jersey). Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – «L’Italia è la patria di Machiavelli, per questo è così corrotta». Com’era prevedibile, le dispute sulla questione morale hanno fatto ritornare in auge il vecchio ritornello che imputa all’insegnamento del Segretario fiorentino la maligna nostra natura che ci fa inclini a disprezzare le leggi e ad evitare con l’astuzia i nostri doveri.
La semplice verità è che se fossimo davvero la patria di Machiavelli, la patria che Machiavelli avrebbe voluto veder nascere, saremmo una libera repubblica con governanti guidati da un alto senso del bene comune e cittadini animati da una forte virtù civile. Scrivo queste semplice verità storica con imbarazzo, perché credevo che le nostre scuole l’avessero insegnata, per lo meno ai dotti che commentano di vicende politiche, e con malinconia, perché ne ho scritto tanti anni fa, ai tempi di mani pulite. Ma, si dice, repetita iuvant, e dunque ripeto volentieri, soprattutto per i giovani.
E’ stato giustamente sottolineato che il problema italiano è l’incapacità di affermare la forza della legge su tutti, potenti e semplici cittadini, e che i politici tendono a porsi al disopra delle leggi. Orbene, Machiavelli in proposito scriveva che chiunque governi, principe o popolo, deve «essere regolato dalle leggi», e aggiungeva che «un principe che può fare ciò ch’ei vuole è pazzo», e che «un popolo che può fare ciò ch’ei vuole non è savio». Lamentiamo, giustamente, che i potenti e i ricchi sono più forti dei magistrati e cercano di indebolirli ulteriormente? Machiavelli in proposito ammoniva che «una città non si poteva chiamare libera dove era uno cittadino che fusse temuto dai magistrati».
Siamo il paese della frodi? Machiavelli scriveva che, tranne in guerra, la frode, anche se ti permette di acquisire «qualche volta, stato e regno», non ti darà «mai gloria». Per contrasto Machiavelli lodava i popoli che avevano un forte senso civico e assolvevano con scrupolo i loro doveri, primo fra tutti quello di pagare le tasse, come erano ai suoi tempi i cittadini delle libere città tedesche. Di quei cittadini amava la «bontà», tanto più degna di ammirazione «quanto ella è più rada».
Odiava invece la cattiveria degli Italiani perché era ed è una cattiveria meschina che rende impossibile il vivere libero. Di chi è allora la colpa di questa debolezza morale degli Italiani? In primo luogo la lunga servitù agli stranieri, e i cattivi principi. Ma più ancora la cattiva educazione religiosa e il pessimo esempio che i papi e il clero hanno dato per secoli, come diceva appunto Machiavelli.
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