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LA STANGATONA SOLO DOPO LE ELEZIONI

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(WSI) – Fai domani quel che non puoi fare oggi: fedele al
teorema del rinvio, Silvio Berlusconi riuscirà a presentare
quest’anno una legge finanziaria senza lacrime e
sangue, quelle toccheranno al governo che verrà. Se
sarà di centrosinistra,il Cavaliere gli combinerà un bello
scherzetto (altro che buco lasciato da Amato). E se
vincerà di nuovo il centrodestra? Saranno guai,ma non
guai di oggi.

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Una cosa è certa:l’aggiustamento dei conti
andrà fatto e,a quel punto,sarà pesantissimo.La Banca
dei regolamenti internazionali, ieri ha stimato che il
rapporto deficit/pil dovrebbe chiudersi al 3,9% quest’anno
e al 4,3% nel 2006. La Banca d’Italia (che è
membro della Bri) conferma che le previsioni sono in
linea con quelle già presentate dal governatore Fazio all’assemblea
di Bankitalia. La Bri ieri ha
spiegato che in la Francia scenderà al 2,9%
l’anno prossimo e la Germania al 2,6%,
mentre la Gran Bretagna (che è fuori dall’euro)
resta al 3,2%.A Parigi e Berlino la
proroga,concessa quando Tremonti presiedeva
l’Ecofin,è servita.Ora restituiscono il
favore,sperando che serva anche a Roma.
La finanziaria 2006 per il 2007 sarà il
momento della verità.Domani,la commissione
europea dovrà decidere il da farsi al capezzale dell’Italia
malata. Il governo è convinto che non ci sarà
early warning quanto il 12 luglio si riunirà l’Ecofin.Il ministro
Siniscalco,che ieri si è detto fiducioso su un accordo,
sarebbe riuscito a dimostrare che va applicata all’Italia
la clausola delle «circostanze eccezionali» che in
questo caso sono due: l’arrivo di una vera e propria recessione
(ieri la Confindustria ha confermato che la
produzione industriale è in discesa) e lo scostamento rilevato
da Eurostat, così rilevante e improvviso, da non
poter essere aggiustato tutto in un solo anno,a meno di non aggravare ulteriormente la crisi con una politica fiscale
restrittiva. Lo stesso Frattini ha annunciato un testo
«equilibrato» della Commissione,che non chiederà
la manovra aggiuntiva.Dunque la stretta ci sarà,ma nel
2006, quando il ciclo economico si sarà ripreso (è una
speranza allo stato attuale,ma prima o poi la macchina
dovrà pur mettersi in moto). E soprattutto quando si
sarà concluso il ciclo elettorale. Nessun rischio di stringere
la cinta di qui al voto della prossima primavera.
Non ci sarà abbastanza burro per tutti,sia chiaro,ma gli
statali avranno i loro contratti, i precari della scuola
avranno le loro assunzioni, la finanza locale
avrà grasso da spalmare, il Mezzogiorno
continuerà a riscuotere il suo assegno
assistenziale, gli evasori
potranno dormire sonni
tranquilli mentre i politici
si dedicano «all’emersione
del sommerso».
Insomma, un po’ qua,
un po’ là,e si tira a campare
che, di questi tempi, è
già molto. Una volta si
voleva dare una scossa,
adesso è già importante non provocare
un corto circuito. Il vero impatto elettorale sarà sui
programmi dei partiti e dei rispettivi schieramenti. Né il
centrosinistra né il centrodestra potranno essere attendibili:
sottoscriveranno con i loro elettori contratti che si
sa già non saranno in grado di rispettare. Né tagli delle
tasse né redistribuzione dei redditi avranno credibilità
sapendo che il prossimo governo,chiunque esso sia,dovrà
decidere una stangatona,per rientrare nei parametri
entro il 2007, concentrata nel tempo. Perché il giochetto
del rinvio, si fa una volta e mai più.

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