
New York – Premesse: il Dow Jones è tornato ai livelli pre-crisi finanziaria; i licenziamenti negli Stati Uniti si attestano al minimo dalla crii finanziaria stessa, mentre le vendite di automobili sono al record sempre da quel periodo. Ma che ora è passato. Dunque, domanda più che legittima: perchè molti investitori sono ancora così spaventati nel tornare a essere attori protagonisti dei mercati azionari Usa?
A questa domanda la psicologia di mercato e la stessa psichiatria, possono intervenire per dare una risposta più o meno razionale. D’altronde, come si sa da tempo, psicologia e mercati sono stati più volte profondamente interconnessi: cosa fa il mercato se non riflettere l’attitudine di massa degli investitori? E quante volte gli indici sono sprofondati non tanto per motivi attinenti all’economia reale del momento, ma per vera e propria paura dei trader?
Esiste un comparto più specifico della psicologia dei mercati, che porta il nome di finanza comportamentale; e che fa capire come la semplice frase “financial crisis”, “crisi finanziaria”, sia capace di scatenare le paure più profonde tra gli investitori soprattutto retail. E questa frase viene ancora proferita, pur non in relazione agli eventi del 2008, visto che si parla sempre, alla fine, di debiti, di problemi di banche, di loro esposizione verso i titoli dei debiti sovrani Ue, insomma, alla fine sempre di problemi del settore del credito, e dunque crisi finanziaria.
Basta poi fare un piccolo paragone con il 2008, anche un paragone che potrebbe essere visto positivo, che il danno è fatto: nelle menti di alcune persone, si innescano subito i ricordi di quel tragico anno. L’inizio della peggiore crisi dalla Grande Depressione, la perdita del posto del lavoro, o il timore di perderlo, così come la preoccupazione di perdere la propria casa, di veder azzerati i risparmi per colpa di un collasso dei mercati azionari.
Sembra rimanere indifferenti a molti, almeno negli Stati Uniti, che l’indice S&P 500 sia a un livello superiore di più del 20% dallo scorso ottobre; e che lo stesso listino ha visto il proprio valore più che raddoppiare dal 9 marzo del 2009, minimo testato durante la Grande Recessione. Ogni giorno molti investitori non ce la fanno proprio a lanciarsi sui mercati. Basti pensare che, secondo l’Investment Company Institute, 19 miliardi di dollari sono stati ritirati nel solo mese di dicembre dai fondi che investono nell’azionario Usa; altri 2 miliardi sono stati riscattati a gennaio. “In precedenza, in caso di rally dell’azionario, gli investitori avrebbero chiesto di puntare soldi negli indici. Sentivano che avrebbero perso il ‘party’ – commenta a Business Insider Deborah DeMatteo, gestore indipendente presso 10-15 Associates a Goshen, nello stato di NY. “Ora la gente chiama e chiede: quando il mercato tornerà a scendere? C’è un senso di pessimismo”.
Il punto è il seguente: gli investitori sono traumatizzati, come riferisce anche Richard Peterson, psichiatra con laurea in medicina della University of Texas, pagato insieme ad altri esperti della mente dai fondi di investimento per capire come la psicologia, per l’ennesima volta, traccia il destino dell’azionario. “La paura è ancora con noi – conferma Meir Statman, professore di finanza presso l’Università di Santa Clara in California e esperto di rilievo di finanza comportamentale – Viviamo come se fosse ancora il 2008”.