(Teleborsa) – Obama da un colpo al cerchio e uno alla botte (TLB) – Roma, 21 mag – E’ ormai giunto al suo ultimo miglio il Piano di Obama per le banche, che probabilmente taglierà il nastro il prossimo 4 luglio, dopo una riconciliazione fra il testo approvato dalla Camera e dal Senato americano. Un piano che mostra spetti controversi e che dovrebbe, nelle intenzioni originali, proteggere i consumatori dalla catastrofe che ha travolto la maggiore economia mondiale, innescando una spirale che ha portato alla peggiore recessione del dopoguerra. Una intenzione lodevole che non sembra però accontentare pienamente i consumatori americani, che continuano a nutrire forti dubbi sulla nuova regolamentazione. Un pacchetto di misure è stato predisposto per i mutui e per le carte di credito, oltre ad un organo di supervisione per la tutela dei consumatori in seno ad una Super-FED. E per l’alta finanza? Si torna al sistema dualistico della separazione fra banca commerciale e banca d’investimento? Un tema che ha il sapore di tempi antichi e che richiama concetti espressi da Adamo Smith nel testo la Ricchezza delle nazioni per spiegare la crisi del ‘600. Un fondamento che trova posto anche nell’ordinamento giuridico italiano. Un super fondo per le banche in liquidazione, limiti al trading di alcuni prodotti derivati, un maggiore controllo e la registrazione degli hedge fund e delle società di private equity completa il quadretto. La Riforma del sistema finanziario, che costituiva una delle promesse elettorali del Presidente USA, Barak Obama, dovrebbe così mirare a proteggere l’americano medio, tentando di non pestare i piedi alle lobbies di Wall Street.