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(WSI) – Una rete di indizi – e documenti – messi insieme dalla Consob per dimostrare che Giampiero Fiorani ha agito in concerto anche con Stefano Ricucci e la sua Magiste per conquistare l’Antonveneta in contrapposizione con l’Abn Amro. Nelle delibere ma più ancora nel «documento di accertamento» la commissione presieduta da Lamberto Cardia li mette, indizi e documenti, tutti in fila. E si notano gli effetti dei più stretti rapporti con le Procure che stanno indagando sull’intera vicenda, introdotti dalla nuova legge sul Market abuse entrata in vigore da poche settimane.
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Secondo le indiscrezioni sul documento di accertamento, riportate dall’ Ansa , a convincere i commissari dell’esistenza di un’intesa sommersa tra la Magiste e l’allora Popolare di Lodi (ora Popolare Italiana) sarebbero state tra l’altro il ritrovamento negli uffici di Fiorani, nel corso di una perquisizione chiesta dalla magistratura il 25 maggio, di una bozza manoscritta di intervento del rappresentante di Magiste all’assemblea di Antonveneta del 30 aprile. E’ l’assemblea poi impugnata da Abn Amro nella quale peraltro la Magiste aveva presentato una lista autonoma per il rinnovo del Consiglio di amministrazione.
Tra gli altri elementi illustrati nel documento che correda le delibere della Consob sul nuovo «concerto» c’è anche un finanziamento pari a 100 milioni di euro concesso dalla Popolare di Lodi alla Garlsson, società domiciliata nelle Isole Vergini riconducibile, secondo quanto risulterebbe alla Consob, al gruppo di Ricucci. E’ un finanziamento utilizzato in parte per acquistare 5 milioni di azioni Antonveneta che sarebbero state girate proprio alla Magiste in prossimità dell’assemblea del 30 aprile.
Ovviamente, come si legge anche nella delibera pubblicata sul sito della Commissione, elemento significativo per mettere in luce l’intesa tra Fiorani e Ricucci è stato anche il ruolo di interposizione per il finanziamento all’acquisto di azioni Antonveneta dei due hedge fund delle Isole Cayman, Generation Fund e Active.
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