Economia

La regia della Merkel ha fallito. Boom estremisti in Europa

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Roma – Gli esiti elettorali della Grecia – ma non solo – mostrano una verità ineluttabile: i cittadini europei sono stufi di essere costretti a piegarsi alle misure di austerity imposte dalla “regia” della cancelliera Angela Merkel, e la disperazione degli elettori piegati dalle tasse e dalla recessione mette ko i partiti pro-euro, a tutto vantaggio degli estremisti.

Nel paese ellenico è boom per l’estrema destra con simpatie neonaziste del partito Chrysi Avgi (Alba dorata) che, tra le altre cose, vuole minare i confini della Grecia, cacciare tutti gli immigrati clandestini e reintrodurre la pena capitale per gli spacciatori. “State attenti, stiamo arrivando. Continueremo la nostra lotta dentro e fuori dal Parlamento”, ha avvertito Nikos Michaloliakos, leader di Chrysi Avgi. E intanto la vittoria permette al partito nazista di entrare in Parlamento. A sinistra, exploit per Syriza, che è sì favorevole a una Grecia che rimanga nell’euro e nell’Eurozona, ma che mette subito i puntini sulle “i”, affermando di non volere assolutamente le misure di austerity che sono state concordate con la troika, ovvero con l’Fmi, l’Unione europea e la Bce.

Non solo Grecia. Le elezioni francesi hanno siglato infatti l’incredibile affermazione del partito Marine Le Pen, nuova leader del Fronte nazionale, che ha ottenuto il miglior risultato di sempre, acquisendo il 18% dei voti, e confermando il potere crescente dell’estrema destra anche in Francia.

C’è poi il caso Olanda. Il 23 marzo scorso i mercati hanno imboccato infatti la strada di pesanti ribassi dopo che il premier olandese Mark Rutte ha confermato che il negoziato tra la coalizione di governo e i suoi alleati per un piano di austerity di 16 miliardi di euro è fallito. Il motivo del fallimento? Il no di Geert Wilders, leader della destra xenofoba.

Tra queste vittorie, si mette in evidenza una clamorosa sconfitta: quella della politica del rigore della cancelliera Angela Merkel. Sconfitta messa in evidenza anche dalla stampa tedesca. Sicuramente, affinchè l’Europa possa andare avanti, è necessario che “la Francia e la Germania si trovino d’accordo”, commenta in una intervista a Bloomberg Holger Schmieding, responsabile economista presso Berenberg Bank, a Londra.

Ma è Atene che spaventa di più. “La paralisi politica è ora un chiaro rischio in Grecia, con implicazioni molto negative per il resto dell’Eurozona, nel caso in cui dovesse riprentarsi la minaccia di un’uscita della Grecia dall’euro”, fa notare Athanasios Vamvakidis, responsabile della divisione valutaria europea presso Bank of America Merrill Lynch, a Londra.

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(TMNEWS)

Roma – “Sull’Europa incombe un nuovo caos”, titola in modo categorico il Financial Times Deutschland che mette assieme il risultato del voto in Francia e in Grecia: “Si tratta di un punto di svolta, soprattutto per Angela Merkel: Francois Hollande, colui che il cancelliere voleva assolutamente evitare, diventa presidente al posto del suo preferito”, scrive il quotidiano economico, che prosegue: “E’ davvero sconveniente per Merkel. (…) L’auspicio di Francois Hollande di completare con un capitolo sulla crescita il patto di bilancio europeo mina il potere della cancelliera in Europa”.

La Sueddeutsche Zeitung analizza la “reazione” tedesca ad Hollande: “Berlino non voleva invitarlo durante la campagna elettorale, ora Angela Merkel dovrà coltivare l’amicizia franco-tedesca con il vincitore Francois Hollande, colui che finora ha rappresentato per lei una minaccia”. E conclude : “Seguiremo dei colloqui interessanti”.

Per il settimanale Der Spiegel, la vittoria del socialista Hollande “non rallegrerà certo Merkel, ma lei riuscirà a sopportarlo. Molto più pericoloso è l’esito del voto in Grecia”. La Welt augura “bon courage” al neo presidente e contrappone il “NormalHollande all’HyperSarkozy”. La Zeit si chiede: “Dopo la prima telefonata (tra Hollande e Merkel) cosa succedera?”. Infine la Berliner Zeitung: “La politica di austerità di Merkel per l’Europa vacilla”.

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