ROMA (WSI) – La patrimoniale c’è, ma è nascosta. E’ dedicata a questo tema la copertina di Panorama, che a caratteri cubitali denuncia:
“Lo scandalo della patrimoniale nascosta. Nel 2015 lo Stato ha prelevato dai depositi degli italiani oltre 4 miliardi di euro. E tra poco potrebbe arrivare anche una stangata sulle successioni”.
Così il settimanale:
“Tempi duri per i risparmiatori italiani: non solo i tassi di interesse sono ai minimi e la Borsa è molto volatile, ma il prelievo fiscale sui risparmi continua a salire. Per questo Panorama dedica al tema risparmio la copertina del numero in edicola da giovedì 5 maggio. Secondo uno studio esclusivo del centro studi Impresa&Lavoro, nel 2015 il gettito derivante dalle imposte sulle rendite finanziarie ha raggiunto quota 15,1 miliardi, contro i 14,9 del 2014: una fetta importante (4,1 miliardi) arriva dall’imposta di bollo sui depositi e sugli altri strumenti finanziari: una vera patrimoniale nascosta. Ma gli studiosi di Impresa&Lavoro sottolineano che il gettito della tassazione sui risparmi è inferiore alle previsioni del governo e questo potrebbe aprire la strada a nuovi inasprimenti fiscali, magari verso le imposte di successione“.
La cifra superiore ai 15 miliardi deriva, come scrive Libero riprendendo l’approfondimento di Panorma, da “un mix di imposte su depositi e investimenti finanziari, che hanno subito repentini aumenti negli ultimi cinque anni. Per il 2016 è previsto un calo dei rendimenti di questi strumenti finanziari che si tradurrà in un calo del gettito proveniente dalle imposte per lo Stato, pari a un miliardo di euro. Questo potrebbe spingere il governo a compensare imponendo nuove strette fiscali su successioni e donazioni“.
Nel mix di imposte c’è sicuramente l’imposta sostitutiva sui guadagni di natura finanziaria, che ha la maggiore incidenza tra tutte sulla tassazione che logora i portafogli degli italiani. Soltanto questa imposta garantisce allo Stato 10 miliardi di euro da quando l’aliquota standard è stata alzata nel 2014 al 26%. Tra l’altro si mette in rilievo che si tratta anche del gettito fiscale più incerto, visto che dipende dal trend dei mercati e dalle decisione della Bce.
C’è poi l’imposta di bollo su depositi e investimenti finanziari, che è nata come un bollo fisso di 34,20 euro l’anno, per poi trasformarsi dal 2011 in una vera e propria patrimoniale “nascosta” che colpisce in misura proporzionale ogni strumento finanziario a eccezione di conti correnti, fondi pensione e alcuni tipi di polizze vita. Lo Stato riceve con questa imposta 4,1 miliardi ogni anno, “una cifra dieci volte superiore rispetto al 2011, abbastanza da compensare altre imposte nel frattempo scomparse come l’Imusulla prima casa”.
L’articolo mette in evidenza che il terrore degli italiani è dover rifare i conti con il prelievo forzoso sui conti correnti, come avvenne nel 1992 con il governo Amato. Tuttavia, in questo caso il governo riceverebbe solo “3,3 miliardi una tantum”.
Ecco perché, secondo il settimanale, la prossima stangata che arriverà dal governo si tradurrà più che altro in un “ritocco dell’imposta di successione”. Si starebbe pensando di “raddoppiare l’aliquota, o addirittura triplicarla al di sopra di una certa soglia, e abbassare la soglia di esenzione (fissata a un milione per coniuge e figli), dimezzandola”.
Secondo Panorama, la tassazione attuale garantisce allo stato appena 600-700 milioni ogni anni, ed è per questo che Renzi & Company starebbero pensando di alzare l’aliquota fino al 45%.