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La “missione impossibile” di Marchionne. Piano 2018? “Fantasyland”

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MILANO (WSI) La distanza che separa Fiat Chrysler dai suoi obiettivi per il 2018 è enorme. Aumentare le consegne del 50%, ridurre di 7 miliardi di euro il debito e triplicare l’utile netto a 5 miliardi. Missione impossibile? La pensa così Max Warburton, analista di Sanford C. Bernstein, che in un report scrive:

Ambizioso non è davvero un termine adeguato a definire [il piano industriale]; ‘Fantasyland‘ potrebbe essere più appropriato.

E sull’amministratore delegato, Sergio Marchionne, aggiunge Warburton:

Vorremmo proprio vedere Marchionne lasciare l’incarico a testa alta, ma al momento è difficile prevedere come apparirà l’uscita da questa straordinaria carriera

fca

Marchionne, da parte sua, ha ricordato lo scorso 4 gennaio come in pochi credessero al suo piano quando arrivò in Fiat nel 2004, sul rilancio della Chrysler o sul fatto che Ferrari  sarebbe stata valutata 10 miliardi, ma “eccoci qui”.

Eppure sui target di FCA gravano diverse difficoltà, a partire dai mercati, un tempo in crescita, di Cina, Brasile e Russia: tutte economie o in rallentamento o in piena contrazione.

Secondo le previsioni di Ihs Automotive, le immatricolazioni del gruppo italo-americano aumenteranno a 5 milioni entro il 2018, a fronte di un obiettivo di 7 milioni. Una delusione è attesa anche per i profitti, che, da una previsione che li colloca fra i 4,7 e i 5,5 miliardi di euro, dovrebbero attestarsi, secondo una media delle analisi condotta da Bloomberg, a 3,28 miliardi.

Marchionne avrà tutto l’interesse personale, oltre che d’immagine, a raggiungere gli obiettivi dichiarati: se i risultati di utile previsti per il 2018 verranno raggiunti, un accordo già siglato farà incassare all’ad di Fca azioni per un valore attuale vicino ai 35 milioni di dollari.

Intanto Marchionne ha parlato proprio oggi, affermando che il consolidamento nel settore auto “è inevitabile”.

In conferenza stampa dal Salone dell’auto di Detroit, il numero uno di FCA si è così espresso:

“Non abbiamo abbandonato il discorso del consolidamento, considerato un perno fondamentale di questa industria.

Marchionne ha poi affermato che:

L’Italia può fare quello che vuole, specialmente contro i gufi. Li dobbiamo togliere di torno”. Secondo il dirigente, “è sufficiente avere la volontà”. “E’ essenziale togliersi di dosso i gufi come direbbe il presidente del Consiglio Matteo Renzi”, anche perché “emettere previsioni scolpite nella pietra è di un rischio enorme. Dobbiamo imparare a gestire questo nuovo mondo, dove l’importanza del brand continua a essere fondamentale”. “Siamo capaci di arrivare al 2018 senza assistenza”, ha aggiunto, in riferimento al piano quinquennale.

Decisamente più dimessi i suoi toni alle domande sulle mire di fusione con GM:

“Al momento niente”.

Fonte: Bloomberg