Società

LA MINESTRA DI CAVOLI DI TREMONTI

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I grandi governi europei (Francia, Germania e Italia) mandano a picco il Patto di stabilità e hanno l’aria di chi si è finalmente liberato di un medico che si ostinava in procedure di accanimento terapeutico (deciso, cioè, a volerli tutti virtuosi, nonostante il loro vivissimo desiderio di peccare), come scrive l’economista Lorenzo Cella. Ma, nonostante, il medico e le sue terapie siano stati respinti in malo modo, non sembra che i mercati si siano fatti eccitare più di tanto. Anzi, semmai bisognerà mettere in conto la ripresa dell’euro, che creerà parecchi problemi.

L’Europa, insomma, non convinceva prima e continua a non convincere oggi. In America George W. Boom Bush sfonda i bilanci, ma l’economia fa boom sul serio. Qui da noi si sfondano i bilanci, ma non succede assolutamente niente.
E infatti gli ultimi outlook arrivati dai grandi centri di previsione sono molto eloquenti. Dopo tutto il baccano che si è fatto e la crisi istituzionale che è stata sfiorata (e forse non ancora evitata del tutto), all’area euro viene assegnata una miserabile crescita dello 0,5 per cento nel 2003 e una poco più che miserabile crescita dell’1,5 per cento nel 2004. Solo nel 2005 (ma mancano ancora settecento giorni a quel momento) l’area euro potrà conoscere una crescita del 2,4 per cento (previsioni Global Insight).

Insomma, nemmeno fra due anni si arriverà al 2,5 per cento, che sarebbe proprio il minimo del minimo per poter parlare decentemente di ripresa economica in atto. Del 2006, per ora, non si parla, ma si sa che le previsioni non sono molto diverse da quelle appena viste per il 2005. Insomma, l’impressione è che l’Europa si stia scannando da dentro il fondo di una buca: la buca della stagnazione continua e tenace.
Per quanto riguarda l’Italia le cose non vanno affatto meglio. Quando serve, corriamo a Bruxelles e salviamo l’Europa (a parole). Ma resta il fatto che quest’anno la nostra crescita sarà dello 0,3 per cento (inferiore a quella dell’anno scorso, già miserabile). E per il 2004 si parla di un modestissimo 1,3 per cento. Del 2005 e del 2006 non si parla nemmeno perché sa il cielo che cosa succederà.

Insomma, l’economia italiana si presenta con dei numeri che ci sarebbe da vergognarsi, però i governanti si consolano, sognando di imitare George W. Boom Bush, sfondando i patti a Bruxelles e rinnovando ogni giorno promesse che hanno ormai hanno il profumo di una minestra di cavoli andata a male.

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