ROMA (WSI) – “I 50 migliori ospedali”, un’inchiesta sugli ospedali italiani pubblicata oggi sull’edizione cartacea di Libero Quotidiano, fa eco a un articolo di Wired Italia uscito in aprile, che per la prima volta in un formato ricercabile ha messo a disposizione una cartina interattiva dei migliori e peggiori centri sanitari.
Il sito specializzato su nuovi media, politica e hi-tech ha pubblicato i dati integrali sulla qualità delle cure in tutti i 1.200 ospedali italiani, pubblici e privati, raccolti dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari (Agenas) del ministero della Salute.
“Per ogni ospedale, Agenas ha raccolto gli esiti delle cure per le principali patologie. Sono gli indicatori utilizzati in tutto il mondo e rappresentano le operazioni chirurgiche più comuni, come l’intervento a seguito di infarto oppure per frattura del femore (un parametro prezioso per comprendere la bontà delle cure agli anziani)”.
Per ognuno di questi indicatori, ogni ospedale mostra un valore percentuale: l’indice di rischio. “Questa variabile rappresenta la percentuale dei pazienti deceduti sul totale dei ricoveri effettuati. Un valore poi aggiustato, cioè corretto per rimuovere tutti i fattori che possono alterarlo a monte. Per esempio, l’età del paziente, la presenza di altre malattie durante l’operazione oppure la gravità delle sue condizioni”.
In questo modo gli ospedali di tutta Italia diventano davvero confrontabili. “Con un po’ di buon senso, poi, è facile evitare i trabocchetti: un piccolo ospedale con due pazienti l’anno e decessi non è comparabile a un grande policlinico con migliaia di pazienti e, ovviamente, più rischi”.
Da dove arrivano esattamente questi dati? Ogni anno – spiega Wired – “Agenas raccoglie i valori presenti nelle schede di dimissione ospedaliera (Sdo) che l’ospedale compila per le dimissioni di ogni paziente ricoverato. Da tutte le schede di dimissione ospedaliera vengono calcolati gli indici di rischio con cui il ministero della Sanità tiene sotto controllo le performance dei vari nosocomi. Un lavoro imponente che fino allo scorso anno veniva eseguito in silenzio. Solo nel 2012, infatti, questi dati stati resi accessibili ai medici e ai giornalisti accreditati”.
Su Libero viene invece fatto un “viaggio dentro le strutture sanitarie del nostro Paese con tanto di classifica delle migliori e delle peggiori patologia per patologia. Dall’ictus alla frattura del femore, dall’infarto al bypass all’aorta”.
Una classifica anche per i tempi d’attesa e i casi di mortalità. Sono il risultato di uno studio dell’Agenzia per i servizi sanitari in collaborazione con il ministero della Salute sulle strutture più efficienti che Libero ha proposto in esclusiva e che “riserva moltissime sorprese”.
“Scoprirete, ad esempio, che anche al Centrosud ci sono ospedali virtuosi“.