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La Grecia crolla e travolge la Bce

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Roma – La Grecia è in fiamme dopo l’approvazione del piano di austerity che impone misure pesantissime per la popolazione. Il nostro blog segue già da tempo la situazione greca. Come commenti i fatti che stanno succedendo?

“Come avevamo predetto un anno fa, la situazione in Grecia è esplosiva: il Parlamento ha votato una legislazione che impegna anche il prossimo governo al mantenimento delle politiche di austerità imposte da Bruxelles, e nelle piazze sono scoppiati violenti scontri.
E’ evidente, tuttavia, che la situazione in Grecia non è legata soltanto al default imminente, ma anche alla rottura dell’accordo democratico tra Parlamento e popolazione, per cui si rischia una dissoluzione del sistema democratico che avrà conseguenze assai più serie di un default pilotato o addirittura dell’uscita dall’Euro.”

Dopo l’avvento del Governo tecnico e l’approvazione della finanziaria, è opinione diffusa che l’Italia adesso sia al sicuro. E’ davvero così?

“Secondo me la situazione italiana non è cambiata molto. Permane un problema enorme di crescita: se l’Italia paga un tasso di interesse tra il 5 e il 6% per il il titolo di Stato decennale, dovrà chiaramente crescere tra il 5 e il 6% per poterlo pagare, se cresce sotto di questa soglia, come sta accadendo, le previsioni sono per una crescita negativa. Si dovrà in un modo o nell’altro trovare la differenza per poter pagare il tasso di interesse, a meno che non si voglia aumentare il rapporto tra il Pil e il debito pubblico. Quale sarà la politica del Governo Monti per spingere una crescita che deve essere ‘sostenuta’? La verità è che ci troviamo ancora nella stessa situazione, è cambiato solo l’andamento dei mercati, ma è un fatto temporaneo. In più, se la Grecia fosse costretta ad uscire dall’Euro, noi saremmo travolti dall’effetto domino. Ritengo che questo ottimismo sia veramente prematuro.”

Considerate le piazze agitate, c’è il rischio che questa crisi possa tradursi in una sconfitta della democrazia?

“Questa secondo me è una crisi potenzialmente democratica, si sta imponendo all’intera popolazione europea, dunque anche ai Paesi ricchi, di pagare per il deficit accumulato dai Paesi periferici, quindi c’è una crisi di democrazia, uno scollamento tra la classe politica e la popolazione. Il 2012 e il 2013 saranno anni elettorali in Europa: secondo me vedremo grossi cambiamenti da parte proprio dell’elettorato in Grecia, in Francia e a seguire molto probabilmente anche in Italia.”

Le nuove misure proposte per il salvataggio dell’Italia avranno davvero effetti positivi o si basano ancora una volta sulla creazione di debito?

“Stiamo continuando a costruire un castello di carta straccia basato sul debito. Quello che è successo da dicembre sino ad oggi in realtà è un gioco contabile da parte della Bce, la quale ha offerto una garanzia triennale sui titoli di stato e gli altri titoli a tutte le banche. In concomitanza con questa decisione, nella finanziaria italiana all’inizio di dicembre è stato introdotto un comma che garantisce la garanzia dell’Italia a tutti i titoli emessi dalle banche. Questa è una legislazione introdotta nel 2009, ma era un momento diverso, l’Italia non si trovava a un passo dal fallimento, e questo giustificava la garanzia. Il gioco funziona così: una banca italiana emette un suo titolo e con una partita di giro praticamente lo acquista, questo titolo grazie alla legislazione assume la garanzia dello Stato italiano, che chiaramente non vale nulla: sulla base di questo, però, la Bce lo acquista e quindi scambia denaro in cambio del titolo.
Assumiamo che il titolo valga 10 miliardi, la banca riceve 10 miliardi dalla Bce, il costo è dello 0,50%, quindi mezzo punto percentuale che viene pagato allo Stato italiano, il tasso imposto dalla Bce al prestito è dell’1%. Con questi 10 miliardi la banca italiana compra Btp o buoni del tesoro italiani, per esempio il decennale che a dicembre oscillava tra il 6,50 e il 7% e garantiva un buon margine di guadagno, e lo stesso avviene oggi, sebbene il tasso di interesse sia diminuito. Ciò significa che la Bce sostiene il debito pubblico italiano e anche quello spagnolo perché la stessa cosa viene fatta con la Spagna, attraverso l’intermediazione delle banche, che producono al loro interno dei titoli che praticamente non valgono nulla. Si sta creando un castello di carta di debito.”

Quali saranno le conseguenze del default della Grecia?

“Quando la Grecia crollerà e dovrà uscire dall’Euro, l’impatto sull’Italia sarà tremendo: le banche italiane si troveranno in una situazione di crisi e potrebbero fallire, portando nel baratro anche lo Stato italiano. Ma, soprattutto, potrebbe fallire la Bce, che si ritrova in portafoglio una grossissima quantità di titoli emessi da banche italiane, spagnole e altre banche europee della periferia, con garanzia di Stati che praticamente sono falliti. Questo gioco può funzionare nel brevissimo periodo, 3 mesi, 6 mesi, anche un anno, purché ci sia dietro una politica di crescita economica tale da far rientrare questa creazione di debito dal nulla. Ci troviamo in una situazione molto seria.”

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