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LA CRISI FINANZIARIA ARRIVA IN EUROPA

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Nelle ultime ore la crisi dei mercati finanziari è arrivata pesantemente in Europa, con salvataggi a raffica in Belgio, Gran Bretagna e Germania, mentre in generale l’ intero comparto bancario e assicurativo è sotto fortissima pressione in Borsa in vista di possibili, nuove notizie negative.

Per la nazionalizzazione di Fortis i governi interessati spenderanno circa 11,2 miliardi di euro, mentre per il salvataggio della britannica Bradford&Bingley il Governo di Londra pagherà complessivamente 18 miliardi di sterline, allo scopo di consentire fra l’ altro il passaggio della rete di depositi dell’ istituto allo spagnolo Banco de Santander. Il quale a sua volta corrisponderà per questo circa 612 milioni di sterline.

L’ ultimo salvataggio in ordine di tempo riguarda la banca tedesca Hypo Real Estate, che riceverà 14 miliardi di euro da un consorzio di banche, somma garantita dal Governo che ha intenzione di pubblicizzare l’ istituto per poi venderne in tutto od in parte gli asset. Quello che si sta delineando oggi è quindi un vero e proprio terremoto che sta contagiando l’ Europa, fino ad oggi sostanzialmente poco toccata dalle vicende legate alla crisi dei mutui, a parte le forti perdite accusate sopratutto dalle banche svizzere.

In totale, secondo elaborazioni fatte da Bloomberg, le perdite e svalutazioni a seguito della crisi finanziaria sono arrivate in tutto il mondo a 554,3 miliardi di dollari. Il 42% di questa cifra è imputabile al sistema finanziario europeo. La scorsa settimana il ministro delle Finanze tedesco Peer Steinbrueck e quello francese Christine Lagarde avevano respinto la proposta fatta dal segretario al Tesoro Usa Henry Paulson di mettere in atto un piano di salvataggio per le istituzioni finanziarie europee in analogia con quello americano da 700 miliardi di dollari.

Secondo Daniel Gros, responsabile del centro studi per le politiche economiche europee di Bruxelles, citato da Bloomberg, le maggiori banche del vecchio Continente hanno un indice di indebitamento (misurato dalla cosiddetta leverage ratio) pari a 35 contro meno di 20 delle più importanti banche statunitensi.