New York – Negli ultimi anni il passaggio di consegne da Hong Kong a Singapore e’ avvenuto attraverso una trasformazione di una rapidita’ incredbile e la citta’ stato asiatica e’ diventata uno dei centri finanziari piu’ importanti al mondo. Una meta sempre piu’ appetibile grazie all’introduzione di nuove e leggi e di un nuovo sistema fiscale molto favorevole. Ora tutti vogliono trasferire la sede di un’azienda la’.
Basti guardare al caso di Citigroup, che ha deciso di spostare il suo quartier generale a Singapore. Negli Anni 70 il numero di dipendenti era di circa un centinaio, ora sono diventasti 9.400. Il maggior cambiamento si nota sopratutto sul fronte dell’occupazione. E su quello della finanza. Nella classifica degli asset gestiti da investitori istituzionali stranieri, Singapore e’ quinta dopo Stati Uniti, Lussemburgo, Francia e Australia.
Uno dei motivi che hanno sempre favorito una tale crescita, spiega l’Economist, e’ la sua capacità di avvantaggiarsi dei periodi di grande rivoluzione globale, a cominciare dalla crisi del 1971, con l’abolizione degli accordi di Bretton Woods. Singapore allora fu capace di mettere in piedi un centro regionale di scambio monetario, la stessa cosa che sta facendo anche oggi con la Cina.
Negli Anni 50 la banca cinese sceglieva un design di venti anni prima per costruire la sua sede a Singapore, vicino all’ufficio postale. Dai grattacieli alle aziende, le cose si muovevano molto lentamente. Osservando oggi il pittoresco palazzo della Bank of China sembra un pesce fuor d’acqua in mezzo ai tanti grattacieli che lo circondano.
Un paio di giorni fa Singapore si e’ candidata a diventare il primo Stato estero a trattare direttamente lo yuan, segnando così un nuovo passo avanti verso l’internazionalizzazione della moneta cinese.
Le autorita’ monetarie di Singapore hanno fatto sapere che Pechino autorizzera’ presto una banca nazionale (la Commercial bank of China oppure la Bank of China) a effettuare transazioni nella citta’ stato, una mossa che permetterebbe agli istituti finanziari di Singapore di avere accesso diretto agli yuan, invece di doversi servire di banche commerciali in Cina o passare per Hong Kong, per ora l’unico centro off-shore a effettuare transazioni in moneta cinese.
L’operazione Singapore potrebbe rivelarsi cruciale per facilitare gli scambi commerciali tra Pechino e le economie del sud-est asiatico.