Società

LA CORREZIONE
CHE IL DRAGO
STAVA CERCANDO

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(WSI) –
Osservata dalle lucenti torri di Hong Kong, la Cina dà forse l’impressione di un Drago disturbato, quasi sorpreso, dalla bufera borsistica di due giorni fa. Per nulla spaventato, tuttavia. Anzi, forse soddisfatto. Martedì, l’indice Shanghai Composite è crollato dell’8,8%, con una correzione da 3.040 punti a 2.771 punti. È la prima volta negli ultimi 10 anni che i ribassi raggiungono un tale picco, tanto che la seduta si è guadagnata l’appellativo di «martedì nero» del listino cinese. Tra l’altro, non c’è stata alcuna notizia particolare alla base del crollo.

La nostra opinione è che si sia trattato dell’ultima reazione degli investitori alle misure adottate dallo scorso anno da Pechino con l’intento di raffreddare la temperatura della Borsa. Le azioni di tipo A sono infatti balzate del 128% nel 2006, e al 26 febbraio il progresso da gennaio era del 13,6%. Dal punto di vista politico, la Cina ha un bisogno disperato di stabilità per preparare l’Olimpiade e il 17.mo congresso del Partito il prossimo anno. La classe politica ha manifestato timori crescenti sulla bolla dei mercati e si dice che i leader del Paese abbiano commentato diverse volte i rischi che corre il mercato azionario.

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È opinione comune che la corsa del mercato cinese negli scorsi 12 mesi abbia poco a che fare con i fondamentali economici, ma si debba attribuire principalmente al successo della riforma delle azioni A e, soprattutto, all’eccessiva liquidità. E mentre molti titoli venivano sopravvalutati, gli investitori hanno iniziato a nutrire timori sulla sostenibilità dei rialzi e hanno reagito con prese di beneficio. Non a caso, abbiamo commentato all’inizio di gennaio, nella nostra January Version of Inside China, che la correzione prima delle sessioni del Parlamento cinese (che iniziano il 5 marzo) sarebbe stata inevitabile.

Ci aspettiamo un rallentamento economico quest’anno (dal 10,7% del 2006 al 9,6%), che corrisponde all’obiettivo del governo cinese e al target delle politiche macroeconomiche restrittive. In ogni caso, non è prevista una vera inversione di tendenza. I clienti mi hanno posto molti interrogativi sulla flessione del mercato cinese, in particolare se questa rifletta una caduta dell’economia come riportano alcuni media: io però mi aspetto che il governo continui nella sua politica di riduzione della liquidità e che la China Securities Regulatory Commission acceleri sulle nuove Ipo. Come abbiamo detto più volte, suggeriamo agli investitori di abbandonare i titoli sopravvalutati e guidati dal fattore liquidità.

Tuttavia, dato che i fondamentali economici restano solidi, riteniamo che gli utili delle società dovrebbero essere ancora promettenti. Ci sono ancora molti titoli convenienti, e dato che la liquidità generale resta abbondante, la correzione non dovrebbe essere troppo profonda. Al contrario, questa potrebbe essere un’ottima opportunità per gli investitori.

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