Che i giocatori si lamentino della scarsa severità dell’arbitro, è un paradosso. Ma nella comunità finanziaria italiana il giudizio unanime è proprio questo: la Consob si muove poco e solo in superficie.
Purtroppo è altrettanto diffusa la convinzione che in occasione del cambio di presidente – Luigi Spaventa esaurirà il suo mandato a luglio e oggi ha letto la sua ultima relazione annuale – nulla cambierà in questo stato di «volenterosa inerzia».
Anche senza scomodare paragoni impossibili con gli Stati Uniti dove la potentissima omologa, la Sec, ha più mezzi, più credibilità e maggiore capacità sanzionatoria, l’operato dei cinque commissari guidati da Spaventa non può che essere definito deludente.
Nell’ultimo anno è successo di tutto: la crisi Fiat ha fatto ballare i titoli come mai sul mercato, poi il crack Cirio e la fine della guerra in Mediobanca con il blitz delle banche su Generali. In tutti questi casi la Consob ha fatto da semplice comparsa.
Per di più, tutte le volte che gli uomini di Spaventa hanno preso decisioni autonome, come sulla fusione di Sai e Fondiaria o nel caso dell’acquisto di Telecom Italia da parte di Tronchetti Provera, sono stati costretti a lunghissimi contenziosi nei vari tribunali amministrativi.
La Consob esce perdente anche dal confronto con le altre autorità indipendenti: l’Antitrust ha rapidamente posto fine all’intreccio d’interessi tra Sai e Mediobanca, mentre Bankitalia è il vero controllore del risparmio gestito. Cosicché è prevedibile che nella relazione di Spaventa le richieste di maggiori poteri e le rassegnate ammissioni di impotenza peseranno molto di più dell’elenco degli interventi compiuti.
Nessuna speranza arriva dal progetto di riordino delle Autority del ministro Mazzella: bloccato più volte in consiglio dei ministri, non risponde a nessuna delle esigenze di un mercato ben regolamentato.
Che tutti siano rassegnati a lasciare la Consob così com’è, lo dimostra anche il disinteresse per la successione di Spaventa. Il candidato designato è Lamberto Cardia, attuale commissario ed ex giudice della corte dei Conti. Chiunque vada a far la guardia al parco buoi avrà in mano un fucile scarico.
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