Per l’industria del grano non c’e’ pace. Prima gli incendi in Russia, poi le forti piogge in Brasile e le peggiori condizioni climatiche di sempre in Australia, dove si e’ abbattuto con violenza il ciclone Yasi. E ora la Cina, dove alcune regioni saranno travolte dalla peggiore siccita’ degli ultimi duecento anni.
Cina che e’ il maggiore produttore di grano al mondo, grazie a un ciclo industriale che per decenni ha retto da solo, autoalimentato per ragioni di sicurezza nazionale. La FAO – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura – ha avvertito che salvo l’arrivo di piogge torrenziali entro la fine di febbraio, persone e animali da allevamento si ritroveranno senza acqua a sufficienza.
Se la Cina dovesse vedersi costretta a importare grandi quantita’ di cibo in risposta alla siccita’, cio’ potrebbe spingere i prezzi ancora piu’ in alto dopo i record toccati negli ultimi giorni. Tra l’altro l’aumento del prezzo del grano, e di conseguenza del pane, e’ stato citato spesso nelle ultime settimane come uno dei motivi che hanno contribuito allo scoppio delle proteste in Tunisia, in Egitto e negli altri paesi arabi.
“La situazione della Cina e’ cruciale per il resto del mondo – se saranno costretti a procurarsi livelli adeguati sul mercato per sfamare la loro popolazione, allora i mercati del grano potrebbero subire enormi scossoni” osserva raggiunto dal New York Times Robert Zeigler, direttore generale dell’International Rice Research Institute di Los Banos, nelle Filippine.