Economia

La catastrofe aspettera’ fino al 2013, la deflazione no

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

New York – Il 2012 vedra’ lo svolgimento di quaranta elezioni politiche nel mondo. Secondo il guru della finanza Jim Rogers le autorita’ politiche cercheranno a tutti i costi di evitare l’Armageddon se vogliono avere delle chance di vittoria alle urne. I catastrofisti che si aspettano un tracollo dell’azionario e dell’oro nel 2012, dovranno percio’ pazientare ancora un anno? Sembra di si, secondo l’editoriale di Emmanuel Garessus, opinionista del quotidiano svizzero Le Temps.

La notizia della settimana e’ la perdita della tripla A della Francia. Ma e’ stata analizzata principalmente da un punto di vista politico. Pertanto per conoscere lo stato reale del paziente francese o spagnolo o greco, val la pena rifarsi all’agenzia cinese Dagong.

La globalizzazione ha un vantaggio: allargare gli orizzonti di analisi dei crediti. Secondo l’agenzia cinese, la Francia merita non piu’ di una A+, gia’ dall’8 dicembre scorso. L’eccellenza e’ dunque ancora piu’ lontana. La decisione riflette le divergenze esistenti in seno alle autorita’ politiche dell’area euro. L’influenza tedesca verra’ logicamente rafforzata in proporzione al ruolo che Berlino giochera’ nel finanziare il Fondo di stabilita’ EFSF.

Il barometro delle agenzie di rating riconosce solo un credito limitato alla zona euro. D’altronde non potrebbe essere altrimenti, visti i 9000 miliardi di debiti, che rappresentno degli anni di promesse politiche mancate e di regali della classe al potere, che ha speso senza pensare alle generazioni future. E che dire dei 60 mila miliardi di euro di derivati su questi crediti?

Le misure straordinarie di allentamento monetario (QE), un fondo salva stati e un aumento delle tasse non creano produzione e posti di lavoro. L’economia ha bisogno di liberta’. E di accettare vittorie e sconfitte, come i casi di default.

Secondo la classifica della Heritage Foundation sulla liberta’ dell’economia, pubblicato nell’indiffenza generale, solo cinque paesi hanno ottenuto la qualifica di “liberi”. Nessuno di questi e’ europeo: Hong Kong, Singapore, Australia, Nuova Zelanda e Svizzera.

L’indice tiene conto dell’apertura dei mercati, dell’efficacia dei governi, della regola della legge, e del peso dello stato. I paesi tripla A dell’Eurozona sono quelli meglio classificati: Lussemburgo (13), Olanda (15), Finlandia (17) e Germania (26). Che la liberta’ economica sia un indicatore affidabile resta da vedere. Una cosa sicura e’ che la Francia si e’ piazzata al 67esimo posto dietro Capo Verde (66) e Kazakistan (65).

L’unico modo che ha l’Ue di poter evitare la catastrofe quest’anno e’ creare un clima favorevole agli affari e al cambiamento politico. Non certo creando ancora piu’ debito e altri artifici simili. Inoltre la riduzione del rating di S&P ha inflitto un duro colpo agli strumenti ancora a disposizione come il fondo salva stati EFSF. Il re e’ nudo.

Bisogna preparare la gente a un ritorno alla realta’. La Grecia e’ gia’ fallita. In Europa ogni individuo, banca o paese deve essere responsabile delle proprie azioni. La reintroduzione del default nel sistema, come il capitalismo puro prevede, senza intervento statale, potrebbe paradossalmente far tornare la fiducia.

L’Ue adottera’ un sistema capitalista puro o conservera’ i suoi valori socialisti? Anche nell’ex Unione Sovietica il default era vietato. Tutto e’ possibile in un anno di cambiamenti politici con le elezioni previste in Francia, Russia e Cina. Lo scenario deflazionista pare il piu’ probabile al momento.