– Roma, 13 set – Auto blu, aerei di Stato, elicotteri, barche e, ultimamente, anche ambulanze. Forse ai politici si dovrebbe consigliare di andare a piedi, visti gli effetti che i loro spostamenti, che siano nel tempo libero o nel tempo “istituzionale”, hanno sull’opinione pubblica. Abusi di potere o “marachelle” poco discrete sotto gli occhi attenti di cronisti e paparazzi? L’ultimo caso riguarda il ministro della Giustizia Clemente Mastella, “pizzicato” dall’Espresso, con figlio, portaborse e scorta al seguito, su un lussuoso Air Force One italiano che lo ha portato da Salerno allo scalo milanese di Linate, dove ad aspettarlo c’era un elicottero privato con salottino interno. Destinazione: non un incontro istituzionale ma il Gran Premio d’Italia di Formula uno che si è corso a Monza domenica scorsa. Stesso discorso per il ministro per i Beni culturali Francesco Rutelli, invitato al Gp per premiare i vincitori e avvistato dall’Espresso con “almeno tre uomini tra portavoce e portaborse, più un paio di agenti di scorta”. Domani il settimanale pubblicherà tutto, documentato e fotografato azzardando anche un conto complessivo per i voli Ciampino-Salerno e poi Salerno-Milano, e rientro a Roma più lo stipendio festivo dei cinque uomini di equipaggio: 20 mila euro. “Negli identici orari, Air One – denuncia L’Espresso – offriva il biglietto Napoli-Milano e il ritorno su Roma, tutto incluso, per meno di 200 euro. Nella stessa giornata e negli identici orari il dibattito politico era dominato dai tagli alla spesa pubblica”. Il guardasigilli si è già giustificato, tramite il suo portavoce, spiegando che si è trattato di “una visita ufficiale” a una “manifestazione nazionale che ha grande importanza internazionale e alla quale il ministro ha preso parte per poi rimanere in Lombardia anche a causa di altri impegni politico-istituzionali”. E poi, ha aggiunto, “il ministro della Giustizia non può viaggiare come un libero cittadino, come peraltro non lo possono fare coloro che, correndo seri rischi, sono oggetto di tutela da parte dello Stato”. E mentre il capogruppo dell’Udc alla Camera Mauro Fabris, accusando L’Espresso di una campagna diffamatoria ai danni del guardasigilli, fa notare che anche Antonio Di Pietro, “con figlio e amici al seguito”, ha preso un bell’elicottero da Linate a Monza, proprio come hanno fatto “innumerevoli colleghi parlamentari, di maggioranza e opposizione” e “numerosi sottosegretari”, il presidente della Camera Fausto Bertinotti osserva: “Non è neanche detto che fare altrimenti costi meno, visto che occorre tenere conto anche della questione dell’organizzazione della sicurezza”.