Toccati, ieri, i nuovi massimi dell’anno, Wall Street si concede una giornata con il freno a mano tirato e conclude con tutti gli indici sotto il segno meno l’ultima seduta della settimana, ma con cali frazionali.
Al termine degli scambi, marchiati dalla voglia degli investitori di mettere a frutto i rialzi registrati ventiquattro ore fa, il Dow Jones ha ceduto lo 0,15% a 9.644,82 punti,lo S&P 500 lo 0,32% a 1.036,30 punti, e il Nasdaq lo 0,20% a 1.905,74 punti.
Così, in attesa della messe di trimestrali in arrivo la prossima settimana dalle società quotate, la Borsa sembra essersi presa un giorno di riflessione aspettando di vedere confermate dai dati aziendali le recenti indicazioni in ambito congiunturale apparse sostanzialmente positive.
Al suono della campanella di fine scambi, in forte difficoltà sono risultate le azioni della farmaceutica Amerisource Bergen scesa del 3,2% in coda alle indiscrezioni del Wall Street Journal, secondo cui la Food and Drug Administration e l’Fbi avrebbero aperto un’inchiesta in materia di vendite all’ingrosso di farmaci a rischio regolarità.
Ancora in declino e ancora nel comparto dei farmaci, Amgen, scesa dell’1,5% dopo che Wachovia ha espresso giudizi negativi sulle stime di utile da qui a cinque anni mentre Pfizer, la prima azienda mondiale del settore, ha lasciato sul terreno l’1,8%.
Sul versante tecnologico, ieri in grande spolvero, male è andata Palm, “numero uno” al mondo nella produzione di computer palmari, in calo del 6,7% dall’annuncio di vendite inferiori alle previsioni.
Positiva invece Bea Systems, avanzata del 2,4%. In controtendenza anche Nike, che ha registrato un rialzo del 7,4% dopo avere diffuso dati trimestrali confortanti per quanto riguarda l’utile netto, e Tyco International – la conglomerata finita al centro delle vicende giudiziarie del suo ex amministratore delegato, Dennis Kozlowski – cresciuta del 4,2% grazie all’apprezzamento giunto da J.P. Morgan.