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La blogger Yoani Sanchez, nota spia Cia, arrestata a Cuba

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NEW YORK – (WSI) La blogger e dissidente cubana Yoani Sanchez è stata arrestata a Cuba. La Sanchez è ora detenuta a Bayamo, dove con altri attivisti intendeva seguire il processo ad Angel Carromero, esponente politico spagnolo accusato della morte, in un incidente d’auto, dell’oppositore cubano Paya.

La Sanchez e’ una figura molto visibile, in quanto recita da anni il ruolo della strenua oppositrice al regime comunista dei fratelli Fidel e Raul Castro, gli ultra-ottuagenari al potere a Cuba dal 1959. Non ci sarebbe nulla di male, anzi, l’opposizione e’ sacrosanta, poiche’ Cuba e’ un paese fallito, in termini economici, politici, sociali e morali (corruzione forse pari solo a quella dell’Italia, solo che all’Havana non ci sono magistrati che indagano).

Peccato che figure come la Sanchez perdono l’autenticita’ e la forza dirompente di chi protesta senza cedere a compromessi.

Sarebbe interessante sapere per esempio da Mario Calabresi, direttore de La Stampa – il quotidiano della Fiat – quanto guadagna in euro la Sanchez ogni mese, con accrediti diretti nel suo conto bancario non cubano, per il blog che la ragazza scrive sul giornale degli Agnelli. Mistero? Nessuna risposta? Ovvio. Ma questo e’ un altro di quei casi in cui la trasparenza pagherebbe mentre il silenzio avvalora tutte le ipotesi di trame oscure.

Sulla Sanchez poi circolano in America Latina rumors circostanziati sul fatto che e’ da anni a libro paga della Cia, come del resto gran parte dei dissidenti cubani. E’ un fatto della vita, un oppositore deve pur campare, in quel disastro di economia comunista dove nulla funziona e la poverta’ dilaga. Cosa c’e’ di meglio di un assegno, stavolta in dollari, direttamente da Langley, in Virginia, emesso dalla Central Intelligence Agency, per sostenere tramite web (nonostante internet a Cuba sia vietato e tutti gli accessi monitorati) la causa della liberta’ e del diritto al dissenso?

Yoani Sanchez e’ una spia Cia? Leggere:

Dossier Yoani Sánchez (Para uso de la prensa)

Yoani Sánchez: a few cards short of a full deck

[ARTICLEIMAGE] Nel frattempo gli osservatori che seguono da vicino la politica in America Latina fanno notare come l’arresto della Sanchez da parte della polizia di Cuba avviene proprio poche ore prima che in Venezuela si aprano le urne per le elezioni presidenziali. Il 7 ottobre i cittadini venezolani dovranno decidere se rieleggere alla Presidenza per un altro mandato Hugo Chavez oppure se mandarlo a casa preferendogli lo sfidante dell’opposizione, il 58enne Henrique Capriles Radonski. I due, stando agli ultimi sondaggi, sono testa a testa. Se non fosse che Chavez in passato ha truccato il voto con vasti e sistematici brogli, avallati dai militari che di fatto detengono il potere in Venezuela.

Chavez ha fatto ampio uso delle piu’ grandi riserve di greggio del mondo, quelle del Venezuela, per regalare circa $7 miliardi all’anno in sussidi a base di petrolio a Cuba e ad altri paesi caribici, piu’ di tre volte quel che gli Stati Uniti spendono in sussidi e aiuti per le nazioni dell’Occidente. Chavez ha anche firmato piu’ di 100 accordi con l’Iran, nonostante il governo del presidente Mahmoud Ahmadinejad abbia una moneta in crollo dell’80% in 60 giorni e sia isolata per il programma nucleare.

Oltre al fatto che Chavez e’ andato a Cuba decine di volte per curarsi da un difficile cancro (l’isola comunista sarebbe la sua prima destinazione la mattina dell’8 ottobre in caso di perdita delle elezioni) la verita’ e’ che una vittoria di Capriles a Caracas cambierebbe in modo drammatico il destino e le alleanze del Venezuela, avendo come conseguenza l’isolamento di un piccolo plotone di paesi, tra cui primo Cuba, e poi Nicaragua e Bolivia, che si sono sempre considerati un’alternativa politica e sociale al capitalismo americano. Tramonterebbe il fatiscente e mai nato impero bolivariano. Anche in questa ottica va letto l’arresto di Yoani Sanchez.

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La detenzione della Sanchez è stata resa nota via twitter da diverse fonti dell’isola, le quali precisano che insieme con lei è stato fermato anche il marito, il giornalista Reinaldo Escobar, e un gruppo di altri attivisti. Anche il blogger di regime ‘Yoandri’, funzionario della sicurezza di Stato dell’Avana, ha confermato l’arresto, bollando la Sanchez come “blogger filo-american” e accusandola di essersi recata a Bayamo (est di Cuba) per “danneggiare il processo contro Carromero, compiere una provocazione e fare uno show a beneficio della stampa” straniera.

Il giovane attivista spagnolo del Partido Popular di Madrid Angel Carromero è stato accusato dalle autorità castriste di omicidio colposo per l’incidente stradale nel quale, lo scorso 22 luglio, sono morti il dissidente Oswaldo Payà e un altro oppositore cubano, Harold Cepero, e rischia 7 anni di carcere. La versione ufficiale sulla morte di Payà è peraltro contestata dai familiari e da ambienti del dissenso.

Yoani Sanchez e il marito “sono al momento irraggiungibile in quanto i loro cellulari sono in mano alla polizia segreta cubana”: lo ha detto il dissidente Elizardo Sanchez, che ha riferito di aver avuto conferma degli arresti a Bayamo attraverso “familiari della Sanchez”. “A Bayamo sono d’altra parte stati arrestati – ha aggiunto l’oppositore cubano – almeno sei dissidenti locali per impedire loro di avvicinarsi al tribunale dove fra poco inizia il proceso contro Angel Carromero”, il giovane attivista spagnolo accusato di omicidio colposo per l’incidente stradale nel quale a luglio sono morti il dissidente Oswaldo Payà e un altro oppositore, Harold Ceper. “A quanto pare, solo la stampa internazionale potrà seguire il processo grazie a un circuito tv allestito in una sala vicino alla sede del tribunale”, ha commentato alla Cnn in spagnolo Sanchez, della Commissione cubana dei diritti umani (CCDHRN, organismo illegale ma tollerato dalle autorità).