Roma – Uno spiraglio di speranza per gli investitori che aspettano da settimane che la Bce agisca concretamente per sostenere l’Eurozona, attraverso l’acquisto di BTP e Bonos. Questa volta a mettere i puntini sulle “i” non sono stati i falchi tedeschi ma Mario Draghi, evidentemente stanco delle lezioni impartite, o meglio dire minacce, arrivate dal fronte della Germania.
E così ieri, il banchiere fiorentino ha difeso davanti al Parlamento europeo la legittimità degli acquisti di bond, affermando che tali acquisti non sono “aiuti agli Stati”.
Insomma, secondo Draghi, l’acquisto da parte della Bce di titoli di stato in funzione anti-spread non hanno niente di illegittimo – della serie che non c’è neanche motivo che i tedeschi se la prendano tanto e si agitino in continuazione – visto che prima di tutto si tratta di acquisti di bond sul mercato secondario e non primario, e sono poi acquisti di bond a breve, ovvero con scadenza a tre anni, e non a lungo termine. I mercati tornano così a scommettere sull’arrivo di misure incisive da parte del presidente dell’Eurotower.
Se la scorsa settimana la trepidazione degli investitori di tutto il mondo era per il discorso di Ben Bernanke, questa settimana, fino alla fatidica data di giovedì 6 settembre, i riflettori saranno puntati sulla riunione della Bce: una data che per Mario Draghi, dopo le ennesime parole che ha pronunciato recentemente, sarà una sorta di test di credibilità.
Draghi e gli eventi che hanno scosso il mercato
La Bce confermerà di essere quella che è stata finora, serva della Germania e della Bundesbank, prigioniera dei falchi tedeschi e reticente a osare, o finalmente mostrerà un po’ di carattere? Sicuramente, gli ultimi eventi non sono di buon auspicio. Esaminiamoli insieme.
26 luglio 2012 : Borsa Milano in rally, fa +4%, applaude a quella che sembra davvero una svolta per la politica monetaria della Bce. Il numero uno Mario Draghi afferma: “nell’ambito del nostro mandato la Bce è pronta a fare tutto il necessario a preservare l’euro. E credetemi: sarà abbastanza”. Mercati euforici, gli operatori convinti si dicono, ormai è fatta, l’istituto di Francoforte acquisterà sicuramente titoli di stato italiani e spagnoli, le indicazioni di Draghi vanno in quella direzione.
2 agosto 2012 – Draghi fa dietrofront: “Sono stato mal interpretato”, dice. Nella riunione di inizi agosto la Bce lascia i tassi invariato allo 0,75% e presenta zero misure di stimolo. Scoppiano le polemiche, scontro tra Draghi e i mercati, gli operatori si sentono ingannati e traditi. Poi si torna a scommettere: alla fine, dicono, Draghi qualcosa farà.
29 agosto 2012 – In un articolo pubblicato sul quotidiano tedesco Die Zeilt, Draghi afferma che la Bce ha bisogno a volte di adottare misure eccezionali. Draghi però è iù cauto stavolta, ricordando che l’istituto di Francoforte agirà nell’ambito dei limiti imposti al suo mandato, al fine di assicurare la stabilità dei prezzi. Detto questo, il messaggio è chiaro ed è naturale che i mercati tornino a pendere dalle labbra di Draghi. D’altronde, lui il banchiere fiorentino afferma che quando i mercati finanziari sono “frammentati o influenzati da timori irrazionali, a volte è necessario andare al di là degli strumenti di politica monetaria standard”.
L’interrogativo è: dunque? Siamo di fronte all’ennesimo bluff o no? Di certo, per Draghi non deve essere tanto facile in questo periodo vivere in un paese, la Germania, dove ha quasi tutti contro. Inutile che a volte Merkel faccia le sue brevi apparizioni affermando di sostenere la Bce. Che a Berlino ci sia una profonda spaccatura, ormai è cosa nota in tutto il mondo. Il numero uno della Buba, Jens Weidmann, ha minacciato più volte le dimissioni proprio per la sua strenua opposizione al programma di acquisto dei bond della Bce, e lo stesso ministro dell’economia tedesco Philipp Roesler lo appoggia. “Gli acquisti dei bond non possono essere una soluzione permanente, dal momento che alimentano il pericolo dell’inflazione“, ha detto il ministro al quotidiano Rheinische Post. “Lo stesso presidente della Bce Mario Draghi ha detto che soltanto le riforme strutturali che saranno avviate nei singoli paesi potranno garantire la competitività e la stabilità della nostra valuta, e non gli acquisti dei bond. Questa deve essere la rotta”.
Come se non bastasse, un portavoce del governo tedesco – a seguito delle indiscrezioni sulle minacce di Weidmann di dimettersi, ha ribadito il pieno sostegno al numero uno della Bundesbank, affermando che “dovrebbe avere la maggior influenza possibile all’interno della Bce”. Ed è di ora la dichiarazione che sembra smorzare ulteriormente le speranze: il ministro delle finanze Wolfgang Schaeble, parlando alla radio ‘Deutschlandfunk’, ha lanciato l’alert, sottolineando che bisogna fare attenzione a diffondere “aspettative sbagliate” su quello che l’Eurotower potrà fare. “Non devono essere prese – ha spiegato il ministro tedesco – decisioni che noi consideriamo del tutto sbagliate e che non sarebbero coperte dal mandato della Banca centrale europea. Ma la Bce non commetterà questo errore, vale a dire produrre debito pubblico finanziato attraverso la politica monetaria“.
La fiducia dei mercati in Draghi e nella Banca Centrale Europea
In queste condizioni, un’azione decisa e determinata da parte della Bce si fa a dir poco difficile. Ma in tutto questo, i mercati continuano a sperare e Thomas Murphy, managing partner presso Framily Office Research and Management, società indipendente di consulenza con sede a Sidney, riferisce a Cnbc che “giovedì sarà molto possibile assistere a un taglio dei tassi di un quarto di punto percentuale“.
“Credo che un taglio dei tassi sia possibile perchè rafforzerebbe la politica di quantitative easing, ricordando ai mercati che la Bce è seria nel suo intento” di sostenere l’economia europea. Uno stesso sondaggio effettuato da Reuters ha mostrato che gli economisti sono divisi tra chi ritiene che la Bce ridurrà i tassi di rifinanziamento e chi afferma che una riduzione sarà più probabile a ottobre.
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