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La Bce pensa a un aumento di capitale

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La Banca centrale europea sta prendendo in considerazione l’ipotesi di alzare il livello del capitale cui contribuisce ogni paese membro dell’Eurozona. Lo riferisce in esclusiva Reuters citando fonti interne all’Eurotower. Non e’ ancora chiaro quanto possa essere chiesto a ogni singolo stato, ma non e’ escluso un raddoppio del proprio contributo.

Il perche’ di una simile iniziativa? Come spiegato da una fonte, “il punto e’ che la Bce e’ preoccupata per le potenziali perdite legate all’acquisto dei bond” dei paesi in difficolta’. “Al momento stiamo acquistando un ammontare modesto ma cosa succedera’ se le cifre aumenteranno o se i bond comprati perderanno il 30% del loro valore?”, ha aggiunto la fonte anonima.

Dalla Bce no comment. Il capitale sottoscritto e’ di almeno 5.8 miliardi di euro contro un bilancio di 138 miliardi. Tutti i 27 paesi dell’Unione Europea mettono la loro quota di cui il 70% e’ garantita dai 16 che usano l’euro. Le banche centrali possono aumentare il loro capitale in vari modi, inclusi inizioni di liquidita’ da parte dei governi, vendita di asset, uso di riserve.

La decisione, se verra’ presa, capiterebbe in un momento in cui banche centrali e governi si trovano a fare i conti con il costo della crisi finanziaria e con le recenti tensioni legate alla crisi del debito sovrano e dei riflessi sulla moneta unica.

Grecia e Irlanda sono stati salvati con almeno 200 miliardi di euro mentre molti altri paesi stanno mettendo in atto piani di austerita’ volti a sistemare i conti pubblici. A non essere chiaro, oltre all’importo di un eventuale rialzo del capitale, e’ anche la fonte: Tesoro o, per l’Italia, Bankitalia? La settimana scorsa la banca centrale francese ha rivelato il b>piano per un raddoppio del proprio capitale. Se la mossa verra’ imitata dalla Bce, la Germania sarebbe chiamata a iniettare 1 miliardo di euro.

In quanto locomotiva dell’Eurozona, la Germania attualmente contribuisce ad almeno un quinto del capitale della Bce. La Francia paga il 14%, Italia e Spagna rispettivamente il 12.5% e l’8.3%. Le quote percentuali sono soggette a piccole revisioni una volta che l’Estonia diventera’ il 17esimo membro dell’Eurozona dal primo gennaio.