(WSI) -Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono scesi su tutta la curva lasciando lo spread pressoché invariato. Il differenziale sul decennale Grecia-Germania si è fortemente allargato dopo il discorso di Trichet ed in attesa della presentazione del piano di risanamento del governo greco alla Commissione europea. La riunione della Bce come nelle attese si è conclusa con un nulla di fatto, mentre Trichet nella conferenza stampa successiva si è mostrato molto cauto sulla ripresa economica ribadendo come il tasso di disoccupazione potrebbe continuare ancora a salire e come al momento l’inflazione rimane sotto controllo.
In merito alla “strategia di uscita”, Trichet ha dichiarato che restano valide le dichiarazioni di dicembre e che eventuali cambiamenti sull’asta a sei mesi saranno annunciati a marzo. Sulla Grecia invece ha escluso la possibilità che possa uscire dall’area Euro ma ha aggiunto che la situazione è piuttosto seria e che il governo dovrà prendere delle decisioni molto forti per risanare i conti pubblici. Allo stesso tempo però ha aggiunto che per la Grecia la Bce non avrà alcun trattamento di favore. Sul tasso di riferimento infine ha ribadito che al momento è appropriato, mentre sul tasso Eonia ha dichiarato che il suo livello prossimo al tasso sui depositi è da attribuire all’elevata liquidità in circolazione. Una della priorità della Bce potrebbe essere quindi la normalizzazione del tasso Eonia, intervenendo sulle operazioni di rifinanziamento.
Continuiamo a sostenere l’ipotesi di un mantenimento dei tassi fermi per l’intero 2010, mentre il tentativo di rimozione di diverse manovre non convenzionali nel corso del secondo trimestre, potrebbe poi, qualora si verificassero tensioni sui mercati finanziari, comportare la necessità di un ripristino parziale e contenuto di alcune di esse. Negli Usa tassi di mercato in calo malgrado il lieve recupero dei listini azionari. Il mercato obbligazionario potrebbe aver beneficiato di diversi fattori concomitanti: da un lato il venir meno della pressione derivante dall’enorme flusso di emissioni delle scorse giornate, dall’altro qualche timido segnale di maggiore prudenza da parte degli investitori una volta raggiunti sostanzialmente i livelli pre-Lehman sul mercato azionario.
Sul fronte trimestrale ieri Intel ha evidenziato dati migliori delle attese, recuperando circa l’1% nell’after hour. I dati sulle vendite al dettaglio di dicembre sono risultate deludenti: 6 voci di spesa su un totale di nove sono risultate in calo rispetto a novembre, ivi includendo l’importante componente auto. Oggi l’attenzione sarà sui dati sulla produzione industriale e soprattutto sul tasso di utilizzo impianti, che è stato esplicitamente richiamato dalla Fed come uno dei fattori decisivi per l’evoluzione futura della politica monetaria. Il primo supporto sul decennale si colloca a quota 3,70%.
Valute: Dollaro in apprezzamento questa mattina vs. Euro, in parte sulla scia delle tensioni derivanti dalla crisi in Grecia. Da un punto di vista tecnico la tenuta della resistenza a quota 1,4520, pone come principali supporti di breve 1,4360 e 1,4280. Yen in apprezzamento sui timori che una riduzione dei prestiti bancari cinesi possa rallentare la crescita economica della terza economia mondiale, con conseguenti ripercussioni su quella globale. Verso Euro il cross sembrerebbe essere calato al di sotto del supporto 131,25 (adesso diventato nuova resistenza). I livelli successivi da monitorare si collocano a 130,65 e 129,60.
Materie Prime: tra gli energetici lieve ribasso per il greggio Wti (-0,3%), ribasso maggiore per il gas naturale (-2,5%). Il CFTC ieri ha votato 4-1 per sottoporre per 90 giorni a commenti pubblici la proposta di imporre limiti agli speculatori nel settore dell’energia. Si tratta di un primo passo nel tentativo di limitare la volatilità dei prezzi, anche se tre commissari hanno espresso delle riserve. Positivi i metalli industriali quotati al Lme guidati da alluminio (+1,8%) e piombo (+1,2%). Lievi rialzi anche per i metalli preziosi. Negativi gli agricoli guidati da grano (-1,7%), soia (-1,5%) e zucchero (-1%).
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