Alex Weber, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, dice che la pressione inflazionistica nei Paesi della zona euro è pericolosamente alta e che è necessario fermare le aspettative di inflazione. Nel testo del discorso che pronuncerà in Lussemburgo, Weber afferma che l’attuale livello dei tassi della Bce al 4% serve ad ancorare le aspettative di inflazione.
“Non solo i prezzi attuali sono pericolosamente alti ma, considerando la crescita economica modesta, sebbene sostanzialmente robusta, e la forte espansione dell’offerta di moneta, ci sono rischi al rialzo a medio termine per la stabilità dei prezzi” dice. Weber, che è anche a capo della Bundesbank tedesca, dice che lo scenario economico è caratterizzato da incertezza, parzialmente derivante dalle turbolenze dei mercati finanziari. “In uno scenario tanto volatile, è essenziale continuare a tenere basse le aspettative inflazionistiche”.
Obiettivo della Bce è tenere l’inflazione a medio termine sotto il 2%. Per questo ha mantenuto inalterati i tassi al 4% da giugno. L’inflazione della zona euro ha toccato un massimo record del 3,3% a febbraio, con i prezzi del greggio schizzati alle stelle. I dati sull’inflazione resi noti oggi dagli stati tedeschi mostrano che l’inflazione in Germania, la più importante economia dell’Ue, ha accelerato a marzo. Weber ha detto che l’andamento “sfavorevole” dei prezzi continua da inizio anno. Sull’economia tedesca, ha detto che i rischi indicati dalla Bundesbank a dicembre, quando aveva previsto una crescita 2008 aggiustata per i giorni lavorativi dell’1,6%, si sono parzialmente materializzati. “Sulla base di ciò, dobbiamo rivedere al ribasso le previsioni di dicembre”, ha detto senza dare nuove stime per la crescita economica della Germania nel 2008.
I rischi citati da Weber includono un raffreddamento dell’economia Usa, una crescente probabilità che la crisi finanziaria investa l’economia reale, un rialzo dei prezzi del greggio e un ulteriore sfasamento nel cambio euro-dollaro. Ad ogni modo, Weber ha detto che non c’è ragione per essere pessimisti sulle prospettive di crescita della Germania, dato che l’industria è in forma e il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro dovrebbero avere un impatto positivo sulla domanda interna.
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