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La Bce e l’acquisto ‘sospetto’ del bond spazzatura italiano

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Il programma di acquisto di corporate bond – nuovo bazooka monetario incluso nel piano di Quantitative Easing che la Bce ha deciso di potenziare con un annucio a marzo – ha tra le sue caratteristiche l’acquisto di obbligazioni che debbano avere un rating “investment grade”. I bond – così è stato precisato mercoledì 8 giugno, quando i nuovi acquisti della Bce sono iniziati, devono essere denominati in euro, emessi da società che fanno parte dell’Eurozona di natura non finanziaria.

Così, in apparenza o comunque, in base alle regole decise dallo stesso istituto. Nelle ultime ore, tuttavia, sembrerebbe che si stia già derogando a qualche regola, almeno di quelle che sono state rese note al pubblico. Bloomberg ha riportato infatti, sulla base di indiscrezioni riferite da fonti anonime, che gli acquisti delle obbligazioni societarie effettuati dalla Bce hanno incluso anche i bond di Telecom Italia.

Peccato che i bond di Telecom Italia abbiano rating speculativi – quindi sicuramente non “investment grade” – sia secondo Moody’s che secondo S&P.

I bond di Telecom Italia sono scambiati inoltre nell’indice Euro High Yield di Bank of America Merrill Lynch e i cds che li assicurano contro il rischio di default fanno parte dell’indice Markit iTraxx Crossover Index, che è legato nella maggior parte dei casi a rating soprattutto junk.

Il piano di acquisto di corporate bond è stato battezzato “Corporate Sector Purchase Program (CSPP) e, insieme ad altre misure come prestiti di lungo periodo a tassi ultra convenienti e acquisti di titoli governativi, si prepone l’obiettivo di rivitalizzare la tuttora anemica economia dell’Eurozona, e di risollevare l’inflazione.

I bond devono avere una scadenza minima rimanente di sei mesi e una massima di 30 anni, al momento dell’acquisto. Tuttavia, un recente report di KBC Bank ha fatto notare che più del 55% dei bond in circolazione scade tra ora e la fine del 2021, il 74% scade tra ora e il 2023 e solo il 8% dei bond ha una scadenza superiore a dieci anni da ora, il che significa che la scadenza media dei bond che finiranno nel portafoglio CSPP sarà molto probabilmente inferiore ai cinque anni.

Tornando al caso sospetto dell’acquisto di Telecom Italia, sia Moody’s che S&P hanno attribuito a Telecom Italia un rating inferiore di un gradino rispetto a quello di “investment grade”, rispettivamente – a seconda delle ‘ classifiche’ utilizzate dalle agenzie – a “Ba1” e all’equivalente “BB+”, a partire dal 2013. Fitch, invece, include l’azienda al gradino più basso dei rating investment grade (quindi, in questo caso, il rating fa rientrare le obbligazioni societarie di Telecom Italia nella categoria dei bond che la Bce, in base alle regole del suo nuovo programma, può rilevare. Tuttavia è anche vero che la stessa Fitch ha rivisto il suo outlook su quello stesso rating da stabile a negativo, lo scorso novembre.

Così ha commentato Alex Eventon, gestore dei fondi con sede a Parigi di Oddo Meriten Asset Management:

Tale acquisto “chiarisce quei dubbi che gli investitori potrebbero avere già avuto sull’impegno che la Bce e le banche centrali potrebbero avere deciso di accollarsi, in merito alle società caratterizzate da rating più bassi. Sicuramente, Telecom Italia si trova nella parte debole dello spettro che la Bce può acquistare”.

Saida Eggerstedt, della divisione di corporate bond presso Deka Investment GmbH, fa notare che Telecom Italia un tempo disponeva comunque di tre rating investment grade e che tali bond sono ancora in possesso di obbligazionisti che si focalizzano sui debiti che godono di valutazioni alte. Così l’analista commenta l’acquisto:

“I bond dell’azienda (Telecom) riescono a rientrare nel programma di acquisto solo perchè Fitch Rating li ha valutati investment grade”.

A questo punto, la domanda è: cosa succederebbe a quei bond che ora hanno tutti un rating “investment grade”, nel caso in cui venissero colpiti da downgrade a junk da Moody’s, S&P e Fitch? In realtà, niente: la Bce non li scaricherebbe, in quanto la stessa ha reso noto la scorsa settimana che i titoli potrebbero rimanere nel portafoglio anche se perdessero tutte le loro valutazioni investment grade.

Zero hedge fa notare poi come la Bce abbia acquistato nelle ultime ore anche alcuni bond che potrebbero diventare junk: quelli di Volkswagen, in un contesto in cui, stando a quanto riportato dal Financial Times, qualcosa come il 15% dei corporate bond dell’Eurozona, presentano ora tassi negativi.