(Teleborsa) – Estate torrida sulle piazze finanziarie ma non sul fronte M&A (Merger & Acquisition). Nelle ultime settimane siamo stati invasi da notizie relative a operazioni di fusione e acquisizione nel mondo, con colossi coinvolti del calibro di Intel. Sembra si stiano dando da fare in questa attività soprattutto i paesi asiatici e americani nei settori della tecnologia, dell’energia e delle materie. Ma come mai tutto questo fermento? Solitamente agosto è un mese piuttosto tranquillo, deputato soprattutto alle vacanze estive. Questa volta i manager hanno deciso di lasciarsi a settembre le ferie per concludere trattative decisamente importanti. Ci stiamo riferendo soprattutto ai matrimoni Intel-McAfee, MasterCard-DataCash e all’offerta ostile di BHP sul colosso dei fertilizzanti Potash e a quella della Korea National Oil Corporation (Knoc) lanciata sulla britannica Dana Petroleum. Nel 2010 il volume delle transazioni è arrivato a oltre 1,65 mila miliardi di dollari, vale a dire il 24% in più rispetto allo scorso anno, con il mese di agosto che supera quello di marzo, considerato finora mese più attivo del 2010 per le offerte. Secondo i dati forniti da Bloomberg se il ritmo delle fusioni resterà così sostenuto, nel mese di agosto si raggiungeranno 285 miliardi di dollari. Per ritrovare così tanto interesse nell’M&A bisogna tornare all’agosto del 2007, quando le aziende totalizzarono 297,4 mld di dollari in transazioni (4.020 mld di dollari nell’intero 2007). L’ampia disponibilità cash delle aziende e tassi d’interesse che dovrebbero rimanere bassi ancora a lungo sono i fattori chiave di queste nuove unioni, almeno secondo quanto dichiarato da Paul Parker, responsabile globale delle fusioni e acquisizioni di Barclays Capital a New York. Nonostante questa corposa iniezione di fiducia i mercati finanziari non riescono a spiccare il volo, alla luce della debolezza della ripresa economica mondiale che fa tornare in campo lo spettro di un doble dip, ossia di una doppia recessione.