Società

L’ORO SENTE
ODORE DI GUERRA

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L’oro è salito del cinque per cento e ha toccato 341,70 dollari l’oncia, il livello più alto negli ultimi cinque anni e mezzo. I fondi di investimento e i consulenti di commodities si indirizzano all’acquisto di oro. Fioccano sull’oro anche le operazioni di compera a termine, sopravanzando di cinque dollari l’oncia quelle di vendita.

E’ una febbre che sale. Un operatore di New York, tramite una banca privata, giovedì ha dato ordine di comperarne quattromila once. Nell’agosto del 2001, prima dell’attentato alle Torri gemelle, l’oncia ondeggiava su 280 dollari. Ora c’è gente che scommette su 380.

Ci sono spiegazioni fasulle, come la debolezza del dollaro. Infatti questa è esattamente simmetrica alla nuova forza dell’euro, e al nuovo aumento del franco svizzero che resiste alle ferite che gli hanno arrecato in Europa le rogatorie giudiziarie, gli scudi fiscali sul rientro dei capitali, i guai finanziari di alcune sue imprese come Swissair e di alcuni suoi spericolati finanzieri come Martin Ebner. I banchieri svizzeri come quelli americani dispongono di ramificazioni in tutto il mondo e possono suggerire ogni tipo di investimento, in valute che siano più allettanti del dollaro. Anche in rubli, ad esempio, ora che Russia ha un surplus rilevante di bilancia dei pagamenti.

Invece è ricominciata la corsa all’oro. Come è successo dopo l’11 settembre, quando diventò di colpo un bene di rifugio non solo per l’Occidente, ma soprattutto per l’India e per i paesi asiatici, quelli cioè più direttamente toccati dalla paura per l’imminente guerra in Afghanistan. Ora invece la domanda arriva prevalentemente dagli Stati Uniti e dall’Europa. Insomma dall’Occidente che supera, con il suo impeto, il trend contrario proveniente dall’Asia.

Ciò dipende dal fatto che si avverte di nuovo odore di guerra. Certo, si tratta di un fenomeno irrazionale. Un investimento in banca o in Bot, per quanto poco renda, dà un compenso maggiore rispetto all’oro che, passata la fase arroventata, finirà per deprezzarsi. Né è pensabile che una barra d’oro possa difendere dai guai più che un conto in banca, sul quale comunque si possono staccare assegni in caso di emergenza. Ma il luccichio dell’oro dà fiducia.

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