WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono calati soprattutto sulla parte a breve (spread 2-10 anni salito a 205 da 199pb) dopo che l’Ocse ha previsto per il 2009 una contrazione dell’area Euro superiore alle precedenti stime di marzo.
Il Pil 2009 è stato rivisto al ribasso al -4,8% dal -4,1% di marzo. Nel 2010 il Pil stagnerà a causa dell’aumento della disoccupazione che renderà i consumatori riluttanti alla spesa. L’Ocse consiglia alla BCE di tagliare i tassi verso lo zero ed impegnarsi a mantenerli bassi fino a quando sarà necessario.
La Bce ha annunciato di avere prestato a 1.121 banche 442,2 Mld€ a 12 mesi nella sua prima asta con tale scadenza. Si tratta del maggiore ammontare di sempre in una singola operazione, scavalcando i 348,6 Mld€ del dicembre 2007. Sul monetario si è assistito ad un calo dei tassi, accentuato dall’esito dell’asta. Il fixing sull’Euribor 12 mesi ha segnato un nuovo minimo storico all’1,57%. Il ministro delle finanze tedesco ha dichiarato che la Bundesbank nel breve termine vede rischi deflazione, anche se considera seriamente i rischi inflattivi nel medio termine.
Weber (Bce) ha dichiarato di non attendere un recupero imminente dell’economia tedesca, poiché la situazione rimane molto fragile e vulnerabile. Il recupero dai minimi potrebbe avvenire nella seconda parte del 2009. Il Fmi ha dichiarato che le banche irlandesi potrebbero trovarsi di fronte a perdite pari a 35Mld€ entro il 2010 a causa del tracollo dell’economia locale ad un ritmo record. Per oggi il decennale governativo ha un supporto a 3,40%, la resistenza si colloca a 3,50%.
Negli Usa tassi di mercato in rialzo in una giornata in cui i mercati azionari sono riusciti a chiudere la sessione in positivo, malgrado la limatura dei guadagni nelle ultime ore della seduta. A supportare i listini le notizie positive sul fronte societario arrivate da alcune aziende come Oracle e General Electric.
Inoltre il buon recupero mensile degli ordinativi di beni durevoli di maggio ha offerto ulteriore supporto. La riunione della Fed si è conclusa con un comunicato senza grosse novità di rilievo, ad esclusione della cancellazione della menzione del rischio deflazione.
La Fed ha sostanzialmente condiviso lo scenario di rallentamento della fase di contrazione, senza apportare alcuna modifica al piano di acquisto di asset, in particolare Treasury, confermando altresì che i tassi saranno mantenuti bassi per un “periodo esteso di tempo”. Verosimilmente, il recente ridimensionamento dei tassi dopo il picco di metà giugno, può aver inciso nella decisione della Fed di non aumentare l’ammontare di Treasury acquistati, rimandando tale ipotesi eventualmente ad altri meeting laddove ve ne fosse bisogno.
Nel frattempo ieri è stata confermata la buona tenuta della domanda di titoli governativi, con l’esito dell’asta da 37Mld$ sul 5 anni che ha ricalcato in linea generale il buon risultato della precedente asta sul comparto biennale, con una domanda ai livelli massimi dalla fine del 2007 ed un’elevata quota di sottoscrizione delle banche centrali estere. Nel breve confermato il supporto a 3,65% sul decennale.
Valute: giornata dai due volti per il Dollaro Usa, con prima parte in marcato deprezzamento vs. Euro fino a 1,4138 e seconda parte in direzione opposta. L’assenza di novità di rilievo dal fronte Fed ha consentito al Dollaro di apprezzarsi, sulla scia delle notizie più favorevoli dal fronte macro come nel caso del dato sugli ordini di beni durevoli Usa. Nel breve termine si riscontra una temporanea perdita della tipica correlazione con i mercati azionari, con il Dollaro che è riuscito ad apprezzarsi pur in un contesto di listini positivi, forse correlato al momento importante per i gestori rappresentato dal giro di boa di metà anno. Nel breve supporto a 1,3830.
Deprezzamento dello Yen vs Dollaro sulla scia del recupero dei listini asiatici. Il supporto continua a collocarsi a 95, la resistenza a 97,20. Verso Euro il cross rimane compreso tra la resistenza 135,20 ed il supporto 131,40.
Materie Prime: in ribasso il greggio Wti (-0,8%) dopo che i dati relativi alle scorte hanno evidenziato un forte calo di quelle di greggio, compensate però da un marcato rialzo di quelle di carburante e distillati. Negli Usa le scorte di greggio restano su livelli molto superiori all’anno scorso. Rialzo dei metalli industriali guidati con rialzi compresi tra il 6,2% (zinco) ed il 3,5% (alluminio). In crescita anche i preziosi con l’oro che guadagna l’1,1%. Tra gli agricoli calo per il grano (-1,3%) su attese che il raccolto nel Kansas sia migliore delle attese. In rialzo il cotone (+2,3%).
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