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L’Italia scatena i timori di contagio Ue

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Roma – Questa volta è l’Italia che scatena i timori di un contagio dei problemi dei Piigs nell’area euro. Certo, in un momento in cui gli occhi degli investitori sono già focalizzati sulla tragedia greca, la decisione di S&P di tagliare l’outlook sul debito italiano presenta un quadro, quello europeo, sempre più desolante. E sempre più denso di preoccupazioni. Basta pensare che lo spread tra rendimenti irlandesi e tedeschi a dieci anni ha già toccato il record, pari al 7,67%, pochi minuti fa.

D’altronde, qualche ora prima dell’avvertimento di S&P sull’Italia, arrivato nel fine settimana, Fitch Ratings aveva già tagliato il rating sul debito greco di tre gradini, affermando contestualmente che la prospettiva di una estensione delle scadenze sui prestiti da pagare verrebbe comunque considerata alla stregua di un default.

Non stupisce dunque vedere come, in un’Europa in cui ormai la “malattia” di un paese assume sempre più i connotati di un’epidemia, il sentiment sia sempre più improntato alla paura. “Se (l’avvertimento di S&P sull’Italia o il downgrade del debito greco) fossero stati eventi isolati, non si sarebbe trattato di un evento così forte e, in condizioni di normalità, non mi sarei aspettato un impatto significativo sul mercato – ha detto in un’intervista a Bloomberg Gary Jenkins, responsabile del reddito fisso presso Evolution Securities, a Londra – Tuttavia, questi non sono tempi normali”.

E come fa notare la stessa Bloomberg, i rendimenti dei titoli di stato italiani a dieci anni sono saliti dopo la notizia di S&P di 9 punti base, attestandosi al massimo delle ultime tre settimane, pari al 4,87%.

Insomma, l’Italia diventa il nuovo paese tra i Piigs a rendere più complicata l’intera situazione europea, nonostante le rassicurazioni che arrivano dal ministro dell’economia Giulio Tremonti. “Le agenzie di rating non si limitano a guardare a come la situazione si presenta oggi, in questo momento, ma guardano anche ai possibili sviluppi in futuro, e questo è il problema – ha commentato Nicola Borri, che insegna economia all’Università Luiss di Roma, a Bloomberg- Come potrà l’Italia rispettare i propri impegni senza crescita? Sono necessarie riforme strutturali ma nessun governo, né di sinistra né di destra è riuscito a metterle in atto negli ultimi 10 anni. Ed è di questo che S&P si preoccupa.

Per ulteriori approfondimenti, leggete l’articolo S&P’s Italy Warning May Fan Contagion as Greece Cuts, scritto da Bloomberg.