da Affari & Finanza
Come ormai capita sempre più spesso, le autorità si sono mosse quando i buoi erano già scappati dalla stalla. La Bce ha fatto una durissima battaglia contro un’inflazione che nessuno (tranne la Bce, appunto) aveva visto. Poi, di colpo, si è accorta che c’era in giro aria di recessione e allora si è messa, disperatamente, a tagliare il costo del denaro, ma ormai il danno era fatto. Nel senso che quasi mezzo 2003 è ormai passato e le aspettative dei mercati non cambiano certo dalla sera alla mattina. Quindi, alla fine, la Bce si è dedicata al mesto compito di tagliare (di fatto, dimezzare) le stime di crescita che essa stessa aveva compilato qualche mese fa). Un po’ come un medico che dopo cure sbagliate, raccomanda molte preghiere per il paziente che se ne sta andando.
Il 2003, quindi, come abbiamo più volte scritto, si appresta a chiudersi sotto una cappa grigia a tristissima. In giro c’è ancora qualcuno che aspetta la ripresa nel secondo semestre. Ma è molto probabile che la ripresa non arrivi nemmeno a Natale. Se va bene si vedrà nella primavera del 2004, o forse nella seconda metà del 2004. E, secondo quanto prevedono gli esperti, sarà comunque una ripresa modestissima, risicata. In Europa, per farla breve, nel 2003 la crescita sarà sotto l’1 per cento e nel 2004 non andrà sopra il 2 per cento. Insomma, pane e formaggio. Ma niente di più. I più temerari potranno concedersi anche un bicchiere di vino, ma poi basta davvero.
Tutto questo sempre che non ci siano incidenti di percorso. E i possibili incidenti sono tanti. Guerre a parte, c’è sempre la possibilità che l’economia americana, alla fine, si riveli più in crisi di quello che appare. Come è possibile che la crisi tedesca si trasformi in qualcosa a cui non vorremmo nemmeno pensare.
Per quanto riguarda l’Italia siamo dentro questa deriva scadente che circola per il mondo e il governo sembra occuparsi di tutto meno che della crisi (negata fino a poco fa). E la crisi è tosta. Venerdì l’Istat ha comunicato che in aprile c’era stato un balzo verso l’alto della produzione, ma subito sono intervenuti gli esperti a spiegare che si era trattato di un’onda anomala. E infatti per luglio si prevede addirittura un calo vistoso. E la crescita italiana, nel 2003, non arriverà nemmeno, forse, allo 0,5 per cento.
Insomma, Europa e America annaspano con difficoltà dentro una crisi che solo le manovre della Fed rendono meno evidente, e l’Italia annaspa insieme a tutti gli altri. Con l’aggravante di avere dei business molto vulnerabili e di essere un paese un po’ più disordinato degli altri. E quindi più vulnerabile.
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