Società

L’idea per salvare l’Italia dall’emorragia della crisi e dal credit crunch

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ROMA (WSI) – Da qualunque punto di vista è stata una delusione l’interpretazione fornita dall’Agenzia delle Entrate sull’unica misura che poteva essere di significativo interesse per salvare molte imprese in perdita: la rivalutazione dei beni d’impresa.

La legge di Stabilità 2014, infatti, prevede la possibilità di rivalutare nel bilancio 2013 i beni d’impresa (immobili, impianti e attrezzature).

L’Agenzia delle entrate, però, ha interpretato in modo restrittivo le misure in questione nel senso di ritenerle applicabili (a differenza della precedente rivalutazione del 2008) solamente a condizione che si paghino le imposte sostitutive.

Il problema è che la rivalutazione con effetti anche fiscali (peraltro differiti) costa troppo (16/12% + 10% per affrancamento del saldo attivo di rivalutazione) ed è quindi piuttosto probabile che la misura rimarrà sulla carta.

Per questo motivo Confimi Impresa si è attivata per chiedere una modifica normativa che renda inequivocabile la possibilità di operare una rivalutazione solo civilistica (senza dover cioè pagare imposte sulla rivalutazione dei propri beni).

“Gli indicatori sul credit crunch evidenziano un continuo peggioramento delle capacità del sistema bancario di concedere fidi, – dichiara il Presidente di Confimi Impresa Paolo Agnelli (già intervistato da WSI) – la rivalutazione civilistica rappresenterebbe, quindi, la soluzione per evitare la chiusura di molte realtà non in grado di ricapitalizzarsi in proprio.”

E’ noto, infatti, che se le perdite superano il capitale bisogna ricorrere al Notaio per ridurre il capitale stesso e ricapitalizzare, pena la necessità di sciogliere e liquidare la società.

Sarebbe fondamentale infine per Confimi Impresa che il Legislatore, che già ha ravvisato l’opportunità di consentire una rivalutazione in deroga ai principi civilistici, mettesse una volta tanto da parte le esigenze erariali e si concentrasse nell’introdurre misure che consentano la sopravvivenza a quelle imprese che sperano nell’aggancio di una ripresa che ancora, nonostante i proclami, non si vede.
(Comunicato stampa)